IL NUOVO CORSO
Giovani Pd Varese, Moffa segretario
Succede a Matteo Capriolo alla guida del circolo provinciale

È Michelangelo Moffa il nuovo segretario provinciale dei Giovani democratici: nel congresso ancora in corso a Varese, l’ex segretario cittadino Gd ha avuto la meglio sull’altro candidato Samuele Oppedisano, a sua volta già segretario del circolo di Somma Lombardo.
Il congresso si era aperto alle 17 nella sede della Federazione Pd di Varese di via Monte Rosa. In apertura hanno preso la parola il sindaco di Varese Davide Galimberti, il segretario provinciale Pd Giovanni Corbo, il consigliere regionale Samuele Astuti e il segretario cittadino (candidato alle regionali come lo stesso Astuti) Luca Carignola. Dopo l’intervento di Stefania Filetti, segretaria generale Cgil, ha preso la parola il segretario uscente Matteo Capriolo, che ha lasciato dopo sei anni. Nella sua relazione, Capriolo ha affrontato i temi più importanti vissuti durante il suo mandato e i programmi dei Gd e del partito in generale in un momento così importante come l’attuale per la scena politica nazionale e regionale.
LA RELAZIONE DI CAPRIOLO
«Cari compagne e compagni,
non sarà facile reggere l’emozione per me in questa giornata importante per la nostra comunità, pertanto vi chiedo scusa se mi permetterò di leggere questo discorso.
Ci tengo innanzitutto a fare dei ringraziamenti perché credo che in questa giornata emozionante si debba prima di tutto rendere grazie, a voi tutti e tutte che siete qui numerosi e che da diverse parti della provincia siete accorsi per festeggiare la nostra Giovanile in questo momento di rinnovamento e che mi avete accompagnato in questi lunghi anni di segreteria provinciale. Tutto quello che ho potuto fare e che ho fatto è stato con voi e grazie a voi e questo non potrò mai dimenticarlo. Grazie a tutte le figure Istituzionali e del Partito che sono qui con noi oggi per condividere con noi questo momento importante (Samuele Astuti, Giovanni Corbo, Alice Bernardoni, Luca Carignola, Alessandro Alfieri). Ringrazio anche tutte le associazioni e i sindacati presenti con cui continueremo l’opera di collaborazione e di interazione (Stefania Filetti e Rocco Cordì).
Ci tengo a ringraziare soprattutto i segretari di circolo “emeriti”, Anna Zambon, Samuele Oppedisano, Michelangelo Moffa che hanno guidato, con me, la giovanile nei propri circoli locali. Insieme è stata un’avventura bellissima, in cui ho avuto anche la fortuna di trovare degli amici sinceri e veri. Ovviamente un grande ringraziamento va a Pierluigi Lucchina, segretario dei Laghi che sta portando avanti un grande lavoro partito da zero, che però ora vede i suoi frutti e riempie d’orgoglio l’intera giovanile. Un sentito augurio a tutti i nuovi segretari di circolo, Fabio Daddozio, Riccardo Tomaiuoli e Valentina Ferrati, una nuova generazione si affaccia a prendersi questa grande responsabilità di guidare i propri iscritti in un nuovo percorso. Un grande in bocca al lupo a voi.
Ma per me è necessario inoltre ringraziare Giacomo Fisco, un amico e un compagno con cui abbiamo condiviso questo percorso, tra lacrime di gioia e di dolore per vittorie e sconfitte, nelle varie segreterie provinciali e che mi ha aiutato a svolgere al meglio il mio ruolo, ma soprattutto per avermi avvicinato alla Giovanile 7 anni fa, permettendomi di vivere quello che ho vissuto fino ad ora. Vedo anche tanti compagni e amici, ma tra tutti sicuramente un sentito grazie ad Enrico Torchia e ad Andrea Calò, due mentori e due insegnanti, che mi hanno dato tutti gli strumenti per portare avanti questo viaggio. Un grande Grazie a Riccardo Tomaiuoli in questo senso che mi ha accompagnato in tante avventure negli ultimi anni e sono sicuro che avrà tanto da dare nel suo nuovo ruolo. Un grande grazie a tutti coloro che negli anni mi hanno dato una mano nelle segreterie provinciali e non solo, grazie Viola Monestier, lei già sa quello che ha rappresentato la sua presenza i questi anni di politica, un amore sbocciato tra le mura di partito, ma anche una compagna di viaggio dai mille consigli, a Cecilia Carangi, a Silvia Trevisan, a Xhuliano, a Riccardo Vincenzi ad Emanuele Ghioldi a Luca Battistella, Carlo Bianchi, Giacomo Marroco, Alessandro Biavaschi, Andrea Toschi e tanti altri che si sono spesi. Grazie anche ai GD delle tante federazioni provinciali che sono venuti qui, segno che la famiglia dei GD non è solamente circoscritta alla nostra Provincia.
È una giornata emozionante perché innanzitutto è una giornata di rinnovamento per la nostra federazione provinciale, e il rito del congresso ci permette di discutere, analizzare, e ideare i Giovani Democratici che siamo e che vorremmo diventare. A me oggi tocca il compito di ricordarvi chi siamo e chi siamo stati e, ringraziandoli per la loro disponibilità e augurando loro un grande in bocca al lupo, a Michelangelo e a Samuele toccherà invece spiegarvi a loro modo quello che vorremmo essere. Mi concederete di partire da alcune note personali per poi sviluppare altri pensieri di carattere politico. È una giornata emozionante, sicuramente, dovuta anche alla nostalgia e al ricordo di questi sei anni. Per me essere stato Segretario Provinciale della Giovanile Democratica non è stato semplicemente un onore e una responsabilità enorme, è stata la mia crescita, la mia adolescenza che si è sviluppata nel diventare un uomo. Insomma, questo ruolo, che ha tanti onori ma anche tanti oneri, perché svolto tra le relazioni personali con i propri iscritti e il Partito Democratico, io in questi sei anni, giorno dopo giorno, tra i kilometri girati per la Provincia, me lo sono cucito mano a mano addosso, diventando, oggi, quello che sono. Lasciare questo ruolo, vuol dire per me togliersi una veste che mi ha reso quello che sono oggi, una veste che racchiude un viaggio che insieme alle tante persone che hanno percorso questo viaggio con me, che mi hanno accompagnato nelle vittorie, numerose, nelle sconfitte, altrettanto numerose, ma che mi ha permesso di collezionare tanti ricordi, battaglie, amicizie, che porterò con me inevitabilmente per sempre. Ma questo non mi fa altro che pensare a quanto bello e importante sia stato questo viaggio che abbiamo svolto insieme e che sicuramente non finirà perché non farò mai mancare il mio contributo, ma ne cambierà solamente le modalità di viaggiare. Mi fa pensare a quanta responsabilità c’è in questo passaggio di consegne: dopo 6 anni ognuno di noi, lascia in eredità qualcosa, un lavoro in cui c’è un pezzetto di noi in tutte le cose che abbiamo fatto. Non è forse la cosa più bella e più realizzante, dunque, lasciare il segno? Era tutto quello che ho desiderato, lasciare il segno e sapere che ora c’è qualcosa che potrà essere mandato avanti da qualcun altro, con rinnovata passione, voglia, dedizione; che qualcun altro porterà avanti tante battaglie, idee, girando la provincia con i nostri iscritti, tra un’iniziativa e una campagna elettorale, tra un’assemblea e una segreteria provinciale. Per me lasciare in eredità la Giovanile Provinciale, vuol dire qualcosa che permetterà ad altri, di realizzarsi e di realizzare i sogni e le aspirazioni di tanti ragazzi e ragazzi che ogni anno con lungimiranza hanno deciso di attivarsi politicamente in questa comunità. Questa è assolutamente la cosa più bella e grande che ci sia che rende l’idea della nostra comunità.
Ecco, seppur nel mio cuore c’è assolutamente un momento nostalgico, guardandovi e guardando indietro a testa alta, non posso che essere fiero e onorato di aver potuto guidare per così tanto tempo questa Giovanile.
Passando alla parte prettamente politica, io credo che questa Giovanile abbia avuto modo in questi anni di essere riconosciuta come un interlocutore serio, pronto, presente all’interno del Partito Democratico, portando avanti tante proproste, penso al documento presentato cinque anni fa al congresso Provinciale con tante proposte di rinnovamento, ma anche il documento “Domani” che abbiamo presentato al Partito e che io stesso ho presentato in Assemblea Nazionale. Grazie a queste attività, ora abbiamo un ruolo autorevole e di spessore anche esternamente al PD, con tante manifestazioni svolte in collaborazione di associazioni, scuole, sindacati, e società civile. I Giovani Democratici ci sono e sono un motore di innovazione e progresso per le nuove generazioni. Su questa strada è necessario, a mio avviso, continuare a svolgere il ruolo di intermediatori con i ragazzi e le ragazze della nostra generazione. Un ruolo che nonostante negli ultimi 6 anni siano stati anni in cui è cambiato continuamente il panorama politico, economico, sociale nazionale e mondiale non abbiamo mai messo in discussione. Abbiamo sopportato continui cambi al vertice del nostro Partito, Vittorie elettorali, altrettante sconfitte, il referendum del 2016, la pandemia e giusto per non farci mancare nulla, una guerra alle porte dell’Europa ed una crisi energetica ed inflattiva che sta colpendo tutti i Paesi del mondo occidentale. Nonostante questo, i Giovani Democratici hanno avuto la forza di non perdere mai la bussola delle idee e della voglia di lottare per un mondo più giusto. Più giusto per la nostra generazione, che vive in un Paese dove le opportunità fanno rima con emigrazione, dove lavoro fa rima con precarietà e stage non retribuiti. Più giusto per il pianeta, perché ormai la sostenibilità ambientale è necessario che sia la politica di tutti i giorni, che non permetta più di morire a causa dell’inquinamento, delle siccità, di fenomeni atmosferici ormai diventati incontrollabili. Più giusto per tutti, Perché un Paese in cui la ricchezza è in mano a pochi non è un Paese giusto, è un paese che favorisce pochi a svantaggio di molti, Più giustizia sociale deve fare rima con redistribuzione. E soprattutto più giusto per chi non ha diritti, per chi viene barbaricamente, discriminato ancora nel nostro Paese per il proprio colore della pelle e per il proprio orientamento sessuale. Ecco su queste battaglie i giovani democratici si faranno sempre trovare in prima linea per un mondo e un Paese più giusto, mettendo in campo la nostra voglia, la nostra passione, la nostra tenacia che non può essere fermata da nessuno.
Da qui riparte la nostra giovanile, e mi permetto di sconfinare, me lo permetteranno i candidati, nelle sfide future che secondo me sono all’ordine del giorno per la nostra organizzazione. Prima tra tutte la sfida delle Regionali, non si può più lasciare in mano Regione Lombardia a questa giunta immobile, che abbandona i molti per dedicarsi ai pochi ricchi e amici. Noi dobbiamo scardinare un sistema di potere che in questa Regione da anni provoca ingiustizie sociali, ambientali, sanitarie ed economiche. E qui i giovani democratici non possono non giocare una partita basata sui temi che ci contraddistinguono, l’ambiente, i trasporti, il lavoro in primis. Sostenere il nostro ottimo candidato Majorino, oltre ai nostri candidati sul territorio, con questa nuova spinta proveniente dal ricambio generazionale anche nei nostri circoli io lo reputo un’occasione eccezionale e un’opportunità tutta da sfruttare. E poi la sfida del congresso nazionale. Guardate, in totale franchezza oggi i Giovani Democratici dovranno essere capaci di mantenere un equilibrio importante tra idealità e concretezza. Dividersi per unirsi. Ognuno di noi, in piena autonomia, sosterrà un candidato, come sempre è successo nella storia del Partito Democratico e della nostra Giovanile durante le primarie che eleggeranno il nostro nuovo segretario, sapendo che dopo le primarie saremo ancora tutti qui per risollevare insieme il nostro Partito da un torpore ormai diventato insopportabile. Non commettiamo l’errore di dividersi nelle differenze e basta, ma riscopriamo un momento di discussione importante sapendo che le differenze a volte rendono anche più ricca una comunità. Io spero che mai e poi mai sposeremo l’idea di un partito rigido, mono-pensiero basato solamente sulla carica di un leader come molti altri.
Concludo facendovi notare quale secondo me sia l’identità e la forza dei Giovani Democratici, che sì sono una palestra politica dove da ragazzi e ragazze si diventa donne e uomini di grande spessore politico e umano. Ma sono soprattutto una famiglia che lotta insieme per idee comuni. Non a caso in questo discorso, le parole più ricorrenti, sono idee, battaglie e amicizia. Io mi auguro che in questo cammino io abbia potuto rendere questa idea di giovanile, che attraverso la gentilezza e la condivisione di idee si può andare lontano insieme, nelle vittorie e nelle sconfitte, negli oneri e negli onori raggiungendo i tanti traguardi che vogliamo raggiungere.
Per chiudere il cerchio, visto che al mio primo congresso provinciale, citai quello che per me è sempre stato il modello di uomo e politico, gentile, empatico e di grande visione politica, ossia Enrico Berlinguer, vi lascio con una sua citazione, con la speranza che sia sempre la nostra bussola politica:
“Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita.”
A me questa lotta in questi 6 anni ha riempito degnamente la vita e continuerà a farlo.
Grazie a tutti per questo magnifico viaggio insieme».
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