L’IDEA
I giovani rivoluzionari di Busto
Progetto per rilanciare il Parco delle Rimembranze e riappropriarsi del quartiere

Dopo la prima guerra mondiale al Parco delle Rimembranze di Busto Arsizio furono piantati 327 alberi, uno per ogni caduto bustocco. Oggi se ne contano 285. E c’è il desiderio di rimettersi in pari o, almeno, di piantare un albero che accorpi la memoria di tutti coloro che non ne avrebbero uno di riferimento. Per capire come organizzarsi gli studenti della 4F del corso IeFP Formazione e Accoglienza dell’Istituto Verri hanno sottoposto alla gente del quartiere un questionario online: hanno risposto in 825, tutti convinti che si debba fare qualcosa. La gente si è detta pronta a partecipare e i ragazzi sono in prima fila, così si è sviluppato il progetto >BustoRevolution che è andato oltre la semplice idea di sistemare l’area verde vicina al cimitero centrale. È diventato azione concreta.
IL QUESTIONARIO
Il questionario poneva domande su panchine rotte, cestini mancanti, tavoli per creare aree di condivisione, rastrelliere per le biciclette e una bacheca per ricordare la storia del parco e illustrare le sue specie arboree. I ragazzi vorrebbero un parco colorato, con anche i basamenti dei monumenti decorati con murales. Grazie alla docente del Verri Caterina Stefanazzi è stata coinvolta anche la media De Amicis, dove la prof Cristina Colombo ha catturato l’attenzione delle classi 3°, 3D e 1D. Ne è nato un esperimento didattico che ora si vuole esportare ad altri quartieri: i ragazzi studiano l’area e la sua storia, mappano piante e arredi, lanciano proposte di miglioramento. Al Comune, poi, raccogliere l’input.
L’ASSESSORE
«Il metodo del “gioco di realtà” permette ai ragazzi di sentirsi coinvolti e nascono progetti di rigenerazione – spiega l’assessore all’Istruzione Daniela Cinzia Cerana – Siamo orgogliosi di questa iniziativa, perché quel parco accoglie monumenti che ricordano la storia della città e della nazione: merita rispetto, anche se non sempre appare ben frequentato soprattutto in certi orari. Una sfida stimolante, lanciata dai giovani per cambiare mentalità ad altri giovani: la presa in carico genera senso di appartenenza urbana. Il learning by doing, imparare facendo, porta a passare dal gioco virtuoso alla cura degli spazi».
IL BISOGNO DI RELAZIONI
Stefanazzi evidenzia come dopo la pandemia ci sia bisogno di relazioni: le classi hanno collaborato a distanza, in due plessi. I più grandi alle prese con sito web e blog, i più piccoli con una indagine botanica sulle piante.
PIGLIO COSTRUTTIVO
«Volevamo agire in una zona periferica, puntando a obiettivi di aggregazione – spiega la docente – Abbiamo studiato il Pgt e le risorse dei quartieri, la creatività dei ragazzi fa la differenza. Hanno voglia di cambiare le cose e di coinvolgere la comunità. Speravamo di avere 300 risposte al questionario, ne abbiamo ottenute 825, da persone di ogni età. Questo ha restituito un quadro inedito: nessuna polemica, ma piglio costruttivo in tutti quanti. Madonna Regina è un quartiere unito, residenziale, il 10 per cento della gente ha oltre 60 anni. Emerge il bisogno di un posto in cui riunire le famiglie. Da qui l’idea di un picnic collettivo. Speriamo sia una festa colorata. Speriamo porti a riappropriarsi del parco».
L’ENERGIA
«Far uscire da scuola è stato decisivo – evidenzia Cristina Colombo, che è stata affiancata da Maria Rosaria Toia per la parte green – I ragazzi hanno espresso una energia incredibile. La 1D ha effettuato il riconoscimento arboreo, le terze hanno conteggiato tutti gli alberi. Che non sono semplici piante, evocano i caduti. Ogni caduto. La ricerca ha riguardato altri luoghi della memoria in città, abbiamo scoperto le storie di Carlo Piazza, di Ugo Mara. C’era gioia e orgoglio di lavorare con i più grandi. I ragazzi ci sono e a loro possiamo chiedere il primo presidio di legalità e di vita sana».
IL FEELING CON GLI ANZIANI
I ragazzi hanno legato con anziani che puliscono l’area periodicamente e raccolgono i rami secchi. L’amministrazione è entusiasta e il sindaco Emanuele Antonelli ringrazia in modo particolare Alessandro Critelli, che lo ha sostenuto in campagna elettorale e si è dato da fare nel quartiere favorendo il progetto. «Il Comune ha le orecchie – commenta Critelli – Basta evitare polemiche e portar proposte». Il sindaco chiosa: «Questi sono i comitati che mi piacciono, quelli che portano idee e le mettono in atto».
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