L’EVENTO
Giovanni Borghi: «Industriale dal volto umano»
Incontro a Villa Recalcati promosso da “La Varese Nascosta” nel 50esimo anniversario della scomparsa di “Mr Ignis”. Fontana: «Lui come Armani»

Nella splendida cornice di Villa Recalcati si è svolta questa mattina, sabato 13 settembre, una conferenza organizzata da “La Varese Nascosta”, guidata da Luigi Manco, in ricordo di Giovanni Borghi, il celebre “Mr Ignis”, in vista del cinquantesimo anniversario della sua dipartita, avvenuta il 25 settembre 1975.
Un evento che ha riunito istituzioni, giornalisti e familiari per celebrare una delle figure più iconiche dell’imprenditoria italiana del dopoguerra. Presente anche Il giovane e noto divulgatore varesino, Samuele Corsalini. Che traccia così, alla Prealpina, il profilo di Borghi: «Fu un imprenditore visionario. Partito da una piccola officina, seppe costruire un impero industriale capace di cambiare la vita quotidiana di milioni di famiglie italiane. Con i suoi elettrodomestici Ignis introdusse innovazioni che segnarono un’epoca e intuì prima di tutti l’importanza del marketing e della comunicazione, con particolare focus sullo sport. Non a caso, il giornalista e scrittore Gianni Spartà lo ha definito “l’operaio che fondò un impero”».
Il moderatore della mattinata, Mauro Dalla Porta Raffo, ha ricordato come negli anni ’60 il nome di Borghi fosse diventato sinonimo stesso dell’industria varesina, al punto da comparire persino nei film come emblema della capacità produttiva locale.
«COME ARMANI E AMBROSETTI»
Il governatore di Regione Lombardia, Attilio Fontana, lo ha paragonato a figure scomparse di recente come Giorgio Armani e Alfredo Ambrosetti, sottolineandone la capacità di interpretare il futuro partendo da radici solide. Il presidente della Provincia di Varese, Marco Magrini, ha invece rievocato i fasti sportivi degli anni d’oro della Ignis, quando Varese era conosciuta in tutto il mondo per i suoi successi nella pallacanestro.
RONDINI SALVATE COL SUO AEREO
Il racconto si è poi arricchito con le parole di Gianni Spartà, che ha portato aneddoti preziosi: dal legame con Silvio Berlusconi e Gianni Agnelli alle trattative con Philips, fino a episodi curiosi come quello delle rondini congelate salvate e riportate in Italia con l’aereo personale di Borghi. Aneddoti che restituiscono l’immagine di un uomo fuori dal comune.
«VOLEVA IL BENE DEI SUOI OPERAI»
Toccanti le parole del figlio di Giovanni Borghi, Guido Borghi, che ha ricordato il lato umano del padre: «Voleva il bene dei suoi operai e li considerava come azionisti della sua impresa». Per loro costruì case, garantì cure mediche e dentistiche, anticipando forme di welfare aziendale che sarebbero arrivate solo molti anni dopo. La sua attenzione alle persone era il segreto di un rapporto unico e sincero con i collaboratori.
LE SPILLE D’ORO
A confermare questo spirito è intervenuta anche Annalisa Mozzi, ex dipendente Ignis, che ha raccontato episodi di grande umanità: le visite di Borghi negli uffici, i gesti di incoraggiamento ai giovani e i riconoscimenti concreti come le spille d’oro donate alle ragazze che lavoravano la domenica. Testimonianze che spiegano perché il cumenda fosse tanto amato.
L’incontro ha dunque messo in luce come Giovanni Borghi sia stato molto più di un industriale: un innovatore, un visionario, un uomo di sport e un punto di riferimento umano. La sua morte prematura, nel 1975, lasciò un vuoto profondo, ma la sua eredità continua a vivere nell’identità di Varese e nell’orgoglio dei suoi cittadini.
Corsalini: «Ricordare Giovanni Borghi significa celebrare una stagione felice dell’imprenditoria italiana, fatta di coraggio, passione e amore per il territorio. Una lezione che resta ancora attuale oggi, in un tempo in cui il futuro appare incerto e in cui la capacità di visione è più necessaria che mai».
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