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Gli Zecchini d’oro di Varese: editori musicali da 40 anni
Quando la cultura funziona e "paga"

C'’è un clarinetto all’origine di quarant’anni di editoria varesina della musica. Il clarinetto di cui Nicolino Zecchini era maestro nelle bande civiche della provincia, nell’epoca d’oro delle piccole filarmoniche di cui ogni paese andava fiero. Lui morì a poco più di sessant’anni, mentre andava a insegnare nella scuola di Capolago, ma i due figli, Roberto (nato nel 1963) e Paolo (otto anni più giovane), hanno realizzato il grande sogno del padre. Un sogno difficile, una vera sfida. Diffondere la cultura musicale, parliamo di musica classica, di cui già avvertiva il declino in Italia, pubblicando libri. Seri, specialistici, ma anche divulgativi.
Non che il mercato fosse libero, una piazza vuota, al contrario c’erano già alcune potenze editoriali specializzate, ma «c’erano ancora molti testi che avremmo desiderato nella nostra biblioteca personale - raccontano i due fratelli - e che abbiamo deciso di provare a pubblicare noi».
Gli strumenti in casa erano quelli di una tipografia creata nel 1974 dove si impaginavano libri per altri editori. Si trattava di trovare autori e testi e sperare di indovinare le scelte. «E dovevamo anche essere veloci, per mettere rapidamente radici».
Il debutto della Zecchini Editori è stato «Il corno» di Guido Corti, nel ’97. Un testo dedicato a uno strumento particolare, ma con un autore di rilievo e noto al pubblico per avere accompagnato Bocelli a Sanremo in «Con te partirò», e l’introduzione di Piero Farulli, del Quartetto italiano. Una filosofia che è stata mantenuta e sviluppata, unire l’originalità alla qualità, e che dopo circa 150 titoli si può ben dire che abbia consentito di vincere la scommessa.
Nel ’99 è arrivata anche la rivista. Gli Zecchini acquistano una testata specializzata già nota, nata nel 1977, «Musica», la trasformano da bimestrale in mensile, escludono di abbinare cd ma decidono di arricchirla di contenuti e collaboratori prestigiosi. Dopo 257 numeri, anche il periodico, con 12mila copie, è una scommessa vinta.
Fino a luglio lo dirige Stephen Hastings, londinese, musicologo e docente di letteratura inglese all’università Statale di Milano, poi passerà il timone a Nicola Cattò, 35 anni, di Gallarate, laurea in Musicologia, master da manager dello spettacolo alla Bocconi e firma nota ai lettori della rivista di cui è redattore dal 2007.
I libri restano però il «core business» - e anche il cuore, in tutti i sensi - dei due fratelli, anch’essi buoni musicisti e a loro volta genitori di giovani musicisti. Adriana, figlia di Roberto, è cantante ed è arrivata a un soffio dal palco dell’ultimo Sanremo. Gli scaffali della libreria degli Zecchini si è riempita via via di tutti i titoli di cui sentivano la mancanza all’inizio dell’avventura.
Il campo specialistico non fa ovviamente enormi numeri di vendite, ma non sono mancati veri successi, con il record di cinquemila copie raggiunto dal volume del pianista e direttore d’orchestra tedesco Cord Garben dedicato a Arturo Benedetti Michelangeli, al quale è accluso un cd con una registrazione inedita.
Nel ventaglio delle opere pubblicate, che coprono un po’ tutti i generi classici e includono sia biografie sia testi su strumenti oltre a saggi storici, guide, dizionari e anche romanzi “musicali”, una certa predominanza l’ha conquistata il pianoforte.
In particolare grazie alla ventina di libri firmati da Piero Rattalino, alcuni tradotti, uno persino in cinese dalla Shanghai Music Publishingh, la più importante casa editrice di musica classica della Cina. Occhio di riguardo anche per la musica da camera, della quale uscirà in autunno la prima guida ad hoc mai edita in Italia, quinto volume di una serie che già comprende Musica sinfonica, Teatro d’opera, Musica pianistica e Musica da concerto. Crisi? «In che acque navighi l’editoria lo sanno tutti, quanta poca cultura musicale si faccia nelle scuole italiane è purtroppo altrettanto noto. Ma abbiamo ancora un buon pubblico e cerchiamo sempre di scegliere i temi e i modi giusti per interessarlo a comperarci».
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