IL CASO
Sfratto alle suore, mille firme di protesta
Nasce un comitato dei cittadini contro la vendita del monastero, anche il sindaco difende le religiose

Le suore del monastero delle Claustrali Passioniste ricevono lo sfratto. Domenica scorsa, alla fine della messa celebrata dalle religiose, un capannello di persone si è riunito fuori dal monastero per raccogliere firme e protestare contro la chiusura.
Attualmente le suore che vivono all’interno della struttura sono soltanto quattro, motivo per cui la diocesi ne ha imposto lo stop con il trasferimento delle sue inquiline in altre regioni.
Il portavoce del comitato anti-chiusura spiega che il provvedimento è arrivato inaspettatamente e che le sorelle dovranno andarsene entro il 31 ottobre. «Il monastero esiste da oltre cinquant’anni, tutte le mattine vi si celebrano un rosario e una messa e nonostante questo è stato deciso di chiuderlo. Viene chiuso perché non ci sono più vocazioni, ma i fedeli ci sono - racconta Giuseppe Marandola, presidente del comitato -. Stiamo raccogliendo delle firme per evitare che a fine ottobre le suore siano costrette ad andare via. Andremo avanti con la raccolta fino a fine ottobre ma ad oggi ne abbiamo contate già più di mille oltre a numerose lettere di fedeli che esprimono la loro vicinanza».
Le suore con il passare degli anni sono diventate un punto di riferimento per i cittadini di Gornate Olona, che raccontano quanto siano state vicine alla comunità con garbo e gentilezza. «Abbiamo legami affettivi forti, l’idea che possano portarle via mi fa star male. Suor Alfonsa ha 90 anni, ha delle patologie importanti e non è possibile mandarla via in questo modo. Per noi sono un sostegno morale, ci danno consolazione», spiega la signora Regina Crosta. Se non si riuscirà a fermare lo sfratto suor Giuseppina, suor Emanuela, suor Alfonsa, la madre superiora suor Agnese verranno dislocate in altri conventi tra Ovada, Genova e Roma. Il sindaco Paolino Fedre ammette che «questa situazione mi genera un grosso turbamento. Questo monastero è parte integrante del nostro territorio, richiama persone provenienti da altre zone che sono affezionate a questa realtà. Umanamente è inaccettabile; non si può mandare via delle suore che hanno donato quarant’anni della loro vita alla sede e trasferirle perché bisogna vendere la proprietà». L’amministrazione comunale si sta adoperando affinché non succeda; si stanno prendendo contatti con i vertici della congregazione per cercare una soluzione che metta al primo posto il benessere delle inquiline che non essendo più giovanissime vorrebbero concludere il loro percorso di vita nel luogo che le ospita da oltre quarant’anni.
«Non sono stato informato di quello che stava accadendo nonostante io rappresenti l’autorità in questo paese - conclude il primo cittadino -. Noi faremo tutto il possibile, nel pieno rispetto delle leggi, per farle restare nel loro convento e se sarà necessario saremo qui, il giorno in cui verranno a prelevarle, per esternare tutto il nostro disappunto». È ufficialmente iniziata una lotta contro il tempo, che richiama alla mente una vicenda non molto diversa accaduta in Toscana all’inizio dell’anno.
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