IL CONCORSO
Grand Hotel: viaggio nel tempo
Italia Nostra lancia un concorso su racconti e storie del tempio Liberty al Campo dei Fiori

C’è chi ha vissuto scampoli di storia del Grand Hotel del Campo dei Fiori e ha voglia di raccontarli.
«Tutti sanno del Sommaruga, la storia architettonica del luogo è conosciuta, ma le storie minime, quelle della quotidianità del Grand Hotel, sono nei ricordi di chi negli Anni Cinquanta era un bambino. Di chi ha avuto la fortuna di vivere in quelle stanze e di chi ha ascoltato i racconti di persone che non ci sono più ma che per tante ragioni sono state legate al Grand Hotel sulla montagna di Varese. Di questa storia e di queste storie, i rappresentanti della sezione varesina di Italia Nostra hanno deciso di raccogliere racconti e testimonianze che saranno pubblicati sul sito dell’associazione culturale: i racconti migliori diventeranno parte di un libro dedicato proprio al Campo dei Fiori.
«Esistono molte informazioni sull’aspetto edilizio dell’opera ma ben poco sappiamo di quanto accadde all’interno delle mirabile costruzione dell’architetto Sommaruga, per questa ragione proponiamo un contest letterario, aperto a chiunque, che partendo dal proprio vissuto, voglia e possa raccontare ricordi, incontri, emozioni ma anche documenti e immagini legati al Grand Hotel».
Così il presidente varesino di Italia Nostra, Carlo Mazza, affiancato da Elisabetta Moneta e Paolo Moneta. La famiglia Moneta è stata per lunghi anni proprietaria del Grand Hotel che venne acquistato negli Anni Trenta da Giulio Moneta, nonno di Elisabetta e Paolo, che sono cugini.
«La nostra non vuol essere in alcun modo una storia “di famiglia”, tutt’altro vogliamo alzare il velo sulle incredibili storie del Grand Hotel, nella convinzione che così come noi abbiamo ricordi del luogo vi siano molte altre persone che possono ridare vita al Grand Hotel», raccontano. Storie e aneddotti, non mancano. Da quello del furto di un diamante sottratto a una ospite al gossip relativo a soggiorni dei vari grandi amatori francesi che mietevano vittime a 1.200 metri di altezza, sopra Varese.
Tra i ricordi dei cugini Moneta, per esempio, vi sono le splendide estati trascorse al quarto piano dell’hotel che nonno Giulio riservava alla sua famiglia.
La storia dell’hotel è naturalmente molto più ampia di quegli anni e raccontare i protagonisti e non solo i simboli del Liberty è l’obiettivo del concorso.
Il Grand Hotel venne aperto infatti nel 1912 e fu popolato della ricca clientela della borghesia e della nobiltà, soprattutto del capoluogo lombardo.
Nacque per volere della Sgav, che è l’acronimo di Società dei Grandi Alberghi Varesini con il taglio del nastro il 20 giugno 1912. Qualche anno prima, il notaio Guglielmo Piatti aveva sancito la costituzione della società anonima, “forte” di 82 azionisti tra cui cinque banche. Quando ancora Varese e la sua montagna venivano viste come l’Eldorado delle Prealpi.
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