TORINO
Guttuso: l’arte è anche impegno politico e sociale

È il Guttuso dell’impegno politico e sociale, delle grandi tele «civili» come «Gott mit uns» e «Funerali di Togliatti», quello cui la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino dedica una grande retrospettiva curata da Pier Giovanni Castagnoli con la collaborazione degli Archivi Guttuso.
«Renato Guttuso, l’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ‘68» presenta infatti una sessantina di opere provenienti da collezioni pubbliche e private e da musei di diverse parti d’Europa, con tele che vanno dalla fine degli anni Trenta alla metà dei Settanta, che testimoniano l’energia profusa dal pittore di Bagheria nell’unire l’impegno politico a quello artistico, nella convinzione che la pittura debba svolgere una funzione civile e porti con sé una profonda valenza morale.
Importanti i quadri esposti, soprattutto «Fucilazione in campagna», del 1938, che racconta la tragica fine di Federico Garcia Lorca e il tributo alla lotta per la libertà, quindi «Gott mit uns», del 1944, sulla barbarie nazista, fino alle denunce sociali di «Lotta di minatori francesi» e «Marsigliese contadina» e alle testimonianze militanti di Vietnam», 1965, e «Funerali di Togliatti», grande tela del 1972 che condensa le speranze del popolo e l’appartenenza dell’artista a un credo politico.
Non mancano poi ritratti e autoritratti, paesaggi e nature morte, nudi e vedute di interno o scene di conversazione, caratteristici di un pittore sempre attento al dialogo e al confronto.
Intano Varese, dove il maestro visse per lunghi periodi nell’amato studio di Velate, attende «Spes contra spem» e gli altri capolavori della Collezione Pellin che dal 2019, per iniziativa del Comune e dell’assessore Roberto Cecchi, saranno esposti stabilmente per dieci anni a Villa Mirabello.
«Renato Guttuso, l’arte rivoluzionaria nel cinquantenario del ‘68» - Torino, Gam, via Magenta 31, fino al 24 giugno, da martedì a domenica ore 10-18, info 011. 0881178.
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