LA TESTIMONIANZA
"Ha staccato la testa al gatto"
La notte da incubo di Nadia De Luca, aggredita e seviziata dal compagno, Mirko Rosa "boss" dell'oro
«Quello che è accaduto l’altra notte è a casa di mia figlia è a dir poco raccappricciante. Quando mi sono trovato davanti Mirko Rosa l’ho sbranato»: non parla per metafore, Giacomo De Luca, padre della compagna dell’imprenditore della catena Mirko Oro arrestato mercoledì 16 luglio con le pesanti accuse di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona e stupro.
Perché in caserma, davanti ai carabinieri, De Luca è davvero saltato addosso al genero, azzannandogli la testa a morsi, quasi cavandogli un occhio.
«Ciò che ha fatto a mia figlia è indescrivibile», commenta De Luca. E poi è Nadia stessa che racconta ogni dettaglio, chiede che la storia venga sviscerata fino in fondo affinché tutti ne capiscano la portata.
La sua versione è quella fornita agli inquirenti, che ora sono al lavoro per accertare e riscontrare deposizioni e fatti. Non solo botte, tante, ma anche sevizie. Rosa avrebbe addirittura tagliato la testa al gatto che poco prima che si scatenasse la tempesta lo aveva aggredito. Un micio di pochi mesi, comprato da un allevatore pochi giorni prima pagandolo 900 euro, sanissimo. E quell'orribile trofeo lo avrebbe messo sotto gli occhi della convivente, minacciandola: «Ti faccio fare la stessa fine».
Da quel momento per la ragazza sarebbe iniziato un vero e proprio film horror. Chiusa in uno sgabuzzino e obbligata a bere l’acqua nella scodella dell’animale, picchiata, minacciata di essere sbattuta giù dalla finestra, costretta a dire «sì padrone» e a subire anche un rapporto sessuale, piangendo e urlando inascoltata. Questo è quanto la giovane ricorda con vivida angoscia, parlando di violenze fisiche che si erano già manifestate nel corso degli ultimi mesi, sempre in presenza della figlia. L’incubo - Nadia De Luca - sarebbe durato fino al mattino, quando la ventunenne era attesa dal pediatra per il controllo della bimba, che compirà un anno ad agosto. A quel punto, avvertendolo che se non l’avesse liberata, si sarebbe gettata dalla finestra, Rosa l’avrebbe fatta uscire di casa. E lei, tumefatta e spaventata, sarebbe corsa a casa di amici. La prima telefonata tra l’imprenditore e il suocero risalirebbe alle 9. Nella notte la figlia gli aveva mandato un messaggio, prima che il compagno le rompesse il cellulare, ma Giacomo De Luca aveva il telefono spento. La conversazione a quanto pare si è subito accesa, il suocero ha intuito che fosse successo qualcosa di grave, di più serio rispetto alle litigate di routine. La certezza l’ha avuta andando a recuperare Nadia dagli amici.
«Vedendomi com'ero ridotta, mio padre ha detto basta e mi ha portata dai carabinieri».
Lì l’apoteosi del conflitto: De Luca, furibondo di rabbia, avrebbe aggredito Rosa con tutta la violenza di cui è capace un padre che vede a repentaglio la vita della sua creatura, tanto da far finire il genero in ospedale con l’arcata sopraccigliare staccata. Ci sono voluti quindici punti di sutura per medicarlo, dopo di che per il boss dell’oro si sono aperte le porte del carcere, d’intesa con il pubblico ministero Francesca Gentilini. Ora è in cella da solo, pronto ad affrontare l’interrogatorio davanti al gip Luca Labianca e difendendosi con una citazione dotta, dicendo che «i fatti sono argomenti testardi».
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