FORUM DI CERNOBBIO
«I giovani chiedono lavoro e felicità»
Al via oggi, venerdì 5 settembre. L’introduzione di De Molli, amministratore delegato di Teha
«Costruire opportunità di felicità al lavoro». È questa la frase clou dell’intervento introduttivo, oggi, venerdì 5 settembre, di Valerio De Molli al Forum di Cernobbio che inizia oggi con la videoconferenza del presidente ucraino Volodymyr Zelenski, l’anno scorso in presenza sul lago di Como.
VERSO UN NUOVO ORIZZONTE
Viviamo dentro un mondo in perenne crisi, dilaniato dalle guerre che sembrano non finire mai ma è giusto, anzi è doveroso, guardare «verso un nuovo orizzonte». Che è quello del futuro. Che è soprattutto quello dei giovani. L’amministratore delegato di Teha (The European House – Ambrosetti) lo dice chiaro e tondo nella sua relazione che fa da apripista a un appuntamento che, mai come quest’anno, si presenta ricco di spunti e generoso di stimoli per chi ha a cuore le sorti del pianeta: «Costruire felicità sul lavoro è un’opportunità, ma anche un dovere per tutti i responsabili di impresa. Sono certo che gli imprenditori, i manager e la classe dirigente riuniti qui sapranno fare la propria parte come architetti di un futuro più promettente per i nostri giovani. Fate presto!».
DISPERSIONE SCOLASTICA
L’appello è accorato perché siamo di fronte al baratro. «In Italia il 23,1% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale», con un divario pesante tra regioni del Sud e del Nord. Non solo: «L’Italia è ottava in Europa per dispersione scolastica: il 9,8% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha infatti abbandonato gli studi prima della conclusione della quinta superiore». Valgono, in tal senso, le parole del presidente Sergio Mattarella: «L’abbandono scolastico apre la strada alla povertà educativa, all’emarginazione sociale e, nei casi più gravi, al coinvolgimento dei minori in attività illegali o sotto il controllo di ambienti criminali».
FUGA DA 5.1 MILIARDI
L’emergenza formativa si fa sentire appena si alza il livello dello studio: «Con appena il 31,6% di giovani laureati, l’Italia si colloca al terzultimo posto in Europa, con un divario di 12,5 punti percentuali rispetto alla media Ue».
Come se non bastasse: «L’Italia “perde” ogni anno oltre 37mila laureati che emigrano in cerca di condizioni lavorative migliori, con un costo annuo per il Paese stimato da Teha pari a 5,1 miliardi di euro».
Il dato drammatico riguarda, poi, i Neet, ovvero i giovani tra i 15 e i 29 anni, Not in Education, Employement or Training: «Sono 1,4 milioni e il nostro Paese rimane il secondo peggiore in Ue per incidenza, con un tasso del 15,2%. Di questi 453mila sono volontariamente inattivi e non cercano lavoro: il 68% sono giovani donne, nel 46% dei casi sono concentrati nel Mezzogiorno e nel 42% con bassi livelli di istuzione».
LAVORO SOTTOPAGATO
Ma l’aspetto più preoccupante, spiega De Molli è che, «secondo un sondaggio condotto dall’agenzia italiana per la gioventù, 7 su 10 giovani dichiarano di essere preoccupati per il proprio ingresso nel mondo del lavoro». Di più: «Uno su due teme di trovare un lavoro sottopagato e di averne uno instabile per molto tempo».
Questo è il nocciolo del problema perché, dal 2000 ad oggi, «l’Italia è l’unico Paese Ocse dove i salari reali medi sono diminuiti: nel 2023 risultavano inferiori del 3,5% rispetto al 2000, a fronte di un aumento del 17,8% nella media Ocse e del 27,4% negli Stati Uniti». Così non si può andare avanti.
APPROCCIO DI FILIERA
Per questo il capo di Teha tira fuori un termine antico ma di enorme modernità visto che l’istituto dell’enciclopedia Treccani l’ha eletta parola dell’anno ed è il rispetto. «Rispetto significa riconoscere il valore dei giovani e delle loro aspirazioni, ma anche il ruolo degli insegnanti, delle famiglie, delle imprese e delle istituzioni in un percorso comune». Senza questi principi non può esserci «crescita collettiva». In questo senso va migliorata «l’efficienza complessiva del sistema formativo» così come è necessario promuovere «un approccio di filiera alla formazione, non agendo ognuno per sé».
Insieme si può uscire dalla palude in cui sembra affondare l’Italia: «Nella nostra piattaforma di lavoro dedicata ai giovani under 30, Open Jam, è emerso il grido: “Felicità al lavoro e con il lavoro”». Ed è in questa direzione che si può costruire un futuro migliore.
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