LA SPERANZA
«Casa famiglia all’Aloisianum»
Il sogno dei ragazzi dell’Iris: ecco cosa può diventare il centro diurno Imperatori

Il sogno ce l’hanno in testa da tempo, nel vero senso della parola.
Al piano superiore rispetto ai due dove svolgono le loro attività ce n’è un altro vuoto. Sarebbe l’ideale per la casa famiglia. A questo pensa da tempo il presidente della cooperativa sociale Iris Accoglienza Pietro Zoia.
Questo era pure l’obiettivo di Padre Alfredo Imperatori, fondatore della realtà che opera all’Aloisianum e che è stata intitolata proprio a lui.
L’ACCOGLIENZA
Per arrivare a questo traguardo, però, bisogna ancora percorrere un (piccolo, si augurano i promotori) tratto di strada.
È il percorso della conoscenza, dell’inclusione e dalla promozione della realtà sociale di Iris Accoglienza all’interno del tessuto gallaratese.
Ora che l’istituto di via Gonzaga ha cambiato volto e non è più solo quel grande punto di riferimento culturale che è stato nei decenni, ecco che l’aspetto sociale diventa quello più importante.
Qui stanno i gesuiti quando sono arrivati al termine della loro parabola esistenziale (nella parte destra venendo da via Carlo Noè), come accaduto al cardinal Carlo Maria Martini.
Ma qui sta anche il centro per i disabili, fiore all’occhiello di una città che ha sempre fatto dell’accoglienza un proprio punto di forza.
E qui c’è anche Pollicino per i minori in stato di bisogno. Entrare in questo mondo significa immergersi in una realtà che ha tanto da insegnare a tutti quanti.
LASCIARE UN SEGNO
Domenica 20 gennaio sarà un giorno speciale per Iris Accoglienza.
Dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30 si potrà visitare la mostra dal titolo Tracce: è importante lasciare un segno.
In esposizione ci sono i lavori realizzati dai sedici ragazzi del centro.
Li chiamano tutti ragazzi anche se hanno età compresa tra 18 e 52 anni. La loro spontaneità li fa essere sempre giovani, sotto lo sguardo attento e amorevole degli operatori.
Sono quattro coordinati da Carla Zoia, mentre Claudio si è occupato nello specifico del progetto artistico insieme a Marika del Maga.
Sono nati così gli incontri che hanno portato alla creazione delle opere esposte nella sala e nel corridoio al quarto piano dell’Aloisanum (parte sinistra).
«Ho disegnato una scatola con i pennelli», racconta Federico.
Monica, invece, ha preferito applicare delle farfalle colorate su un fondo caratterizzato da gesso e colla.
Poi c’è Riccardo e il suo totem e Sara che racconta la genesi del suo quadro che s’intitola Fuochi d’artificio: «Ho lavorato con le spatole andando dal centro verso l’esterno del foglio.
All’inizio non si capiva quello che stavo facendo poi è venuto bello con tutti questi colori».
Ancora più divertente è la storia che ha portato a un’altra opera dall’eloquente titolo: Perdersi nella campagna andando all’abbazia di Chiaravalle.
Tra i campi di papaveri e i prati Sara rivede i suoi luoghi dell’infanzia.
PICCOLO MIRACOLO
«Un adulto creativo è un bambino che è sopravvissuto».
Con questa frase di Pablo Picasso viene introdotta la mostra che mette in fila anche due opere speciali come il rifacimento dell’Urlo di Munch e la Gioconda di Leonardo.
«Non ci sono parole - scrivono nell’opuscolo di presentazione gli organizzatori - per poter descrivere il benessere e la soddisfazione degli artisti quando decidevano che la loro creatura fosse finita, soprattutto nelle opere in cui è stata richiesta sia concentrazione che tempo».
Un piccolo-grande miracolo quello realizzato all’Aloisanum.
La dimostrazione, come dice Pietro Zoia, che valorizzare i ragazzi è l’unico modo per farli sentire davvero realizzati. Ma resta il problema evidenziato all’inizio.
Il centro socio educativo funziona dalle 9 alle 16.30. E poi? Gli ospiti tornano nelle loro case.
«In questi anni - spiega Zoia - l’aspettativa di vita dei disabili è, per fortuna, aumentata. Per questo ora diventa un’esigenza primaria pensare a quando i loro genitori non ci saranno più».
Questa è la premessa per la realizzazione di una casa famiglia al quinto piano dell’Aloisianum. Un sogno che, con l’aiuto di tutti, può diventare realtà.
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