BATTAGLIA LEGALE
I sinti denunciano il sindaco
L’avvocato ha depositato l’atto in procura: «I minori vanno tutelati»
Davanti a quella quarantina di bambini che rischiavano di saltare la cena, l’avvocato Pietro Romano l’aveva annunciato: «Denuncio il sindaco e tutta la sua giunta». Ieri, venerdì 7 dicembre, lo ha fatto.
Il difensore dei sinti è andato in procura a Busto Arsizio e ha depositato una denuncia grossa quanto un’enciclopedia. Il capo d’accusa principale di cui Romano accusa Andrea Cassani e il suo esecutivo è l’abuso d’ufficio.
Poi ci sono quelle che il legale ritiene essere vere e proprie violazioni alle convenzioni internazionali a tutela dei minori.
Romano ha inoltre indicato agli inquirenti l’eventualità di vagliare la posizione del presidente della Regione Attilio Fontana e del capo di gabinetto del ministro Matteo Salvini, Matteo Piantedosi. «Non si possono affamare i bambini», rimarca l’avvocato.
«Il sindaco non ha nemmeno fatto provvedimenti formali, le sue comunicazioni avvengono solo su Facebook. Ci sono le lettere che abbiamo inviato all’autorità garante della vigilanza dell’infanzia a cui è seguita una circolare, diramata fine settembre, che prevede passaggi precisi in caso di sgomberi. Ma non sono stati rispettati. Il sindaco ha inoltre stanziato fondi solo per consentire lo sfratto, ma nulla per la salvaguardia dei minori».
Sono due, a parer suo, i trattati ignorati dall’amministrazione. Quello di New York del 1990 innanzitutto.
In base alla convenzione è bambino ogni persona di età inferiore ai diciotto anni.
Quattro i principi generali: di non discriminazione, del supremo interesse del bambino, del diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo e del rispetto per le opinioni del bambino e i diritti universali di cui ogni bambino deve poter godere.
Secondo l’avvocato Romano non sarebbe stata rispettata neppure la carta di Strasburgo del 1999, in base alla quale i bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere.
«Essi possono esprimere liberamente la propria opinione; questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità». E ancora, la carta precisa che in tutti gli atti relativi ai bambini, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse superiore del minore deve essere considerato preminente.
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