MILANO
La città irreale tra gli «Igloos» di Mario Merz

«La città irreale» di Mario Merz (1925-2003), uno dei più importanti artisti del dopoguerra e figura chiave dell’Arte Povera, è all’Hangar Bicocca di Milano con la mostra «Igloos», che per la prima volta in Italia riunisce un corpus di trenta delle sue opere e installazioni più iconiche: gli igloo, appunto, datati tra il 1968 e l’anno della scomparsa dell’artista. Il progetto, curato da Vicente Teodolì in collaborazione con la Fondazione Merz, è frutto di un lavoro durato quasi tre anni, con prestiti che arrivano da collezioni private e da grandi musei tra cui la Tate Modern di Londra, la Nationalgalerie di Berlino e il Museo Reina Sofia di Madrid.
La mostra prende spunto da una delle prime grandi esposizioni personali di Merz, curata nel 1985 da Harald Szeeman a Zurigo, in cui vennero presentate tutte le 17 tipologie di igloo realizzate fino a quel momento e mette oggi in luce la continuità con cui l’artista ha sviluppato e modificato negli anni il tema dell’igloo.
L’esposizione si apre con «La goccia d’acqua», 1987, il più grande igloo mai realizzato da Merz per uno spazio interno, di dieci metri di diametro, presentato al Capc Musée di Bordeaux. Nelle Navate il percorso espositivo viene scandito da una serie di numeri al neon: «Numeri di Fibonacci» (2002). La disposizione degli igloo si sviluppa in nuclei che seguono un ordine cronologico, mostrando come dagli anni 60 fino ai 90 i progetti di Merz diventano sempre più complessi. Per citare solo quattro esempi di ogni decennio, sono in mostra: «Acqua scivola» (1969), «Igloo di Marisa» (1972), «Chiaro oscuro / oscuro chiaro» (1983) e «Senza titolo (doppio igloo di Porto)» (1998).
«Mario Merz Igloos» - Milano, Hangar Pirelli Bicocca, via Chiese 2, fino al 24 febbraio 2019 da giovedì a domenica ore 10-22, ingresso gratuito, 02.66111573.
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