CAPOLAVORI RITROVATI
Il Bambino delle Mani e i segreti del Vaticano
Nell’opera di Pinturicchio esposta a Cortina la storia di Papa Borgia e dei Farnese

I segreti delle stanze vaticane, una donna dalla folgorante bellezza, uno dei Papi più discussi della storia, un pittore sublime, un quadro celato per secoli.
Il fascino dei segreti dello Stato pontificio e la grandiosa arte di uno dei maestri del Rinascimento hanno colto nel segno con la mostra “Pinturicchio - Il Bambin Gesù delle Mani”, appena conclusasi nelle sale del Museo Mario Rimoldi alla Casa delle Regole di Cortina d’Ampezzo.
Successo oltre le aspettative, per la rassegna curata da Franco Ivan Nucciarelli che si è focalizzata su un solo dipinto, gemma dell’arte umbra rinascimentale, unico per la sua singolare bellezza e prezioso per la storia della sua genesi, custode di uno dei più scandalosi ed intriganti misteri del passato.
Proprietà della Fondazione Guglielmo Giordano, a pochi anni dal suo ritrovamento, il Bambin Gesù delle Mani è arrivato nella “Regina delle Dolomiti” dopo essere stato esposto in alcuni tra i più importanti musei del mondo, dal Guggenheim di New York al Musèe Maillol di Parigi fino a Palazzo Venezia a Roma. Sponsorizzata da Fidia Farmaceutici, Avis e Listone Giordano (organizzata e promossa da Krt agency di Andrea Amoruso Manzari), la mostra è stata visitata, nel periodo di apertura dicembre 2015-gennaio 2016, da decine di migliaia di persone, confermando così la vocazione culturale di una città che riesce ad essere molto più che semplice polo di attrazione turistica a livelli di eccellenza, gemma incastonata in uno dei più begli scenari naturali del mondo e centro di attività sportive invernali tra i più attrezzati.
La storia dell’opera di Pinturicchio è forse, dicevamo, la principale ragione del successo della mostra, ancor più del pur enorme valore artistico del dipinto in sè. La figura del bambino faceva originariamente parte di un affresco voluto da Papa Alessandro VI - nient’altri che Rodrigo Borgia, padre fra gli altri numerosi figli illegittimi dei celeberrimi Cesare e Lucrezia, figure storiche sulle quali si sono versati fiumi di inchiostro e tra l’altro riportate d’attualità da una recente, seguitissima serie televisiva intitolata, appunto, “I Borgia” - per adornare la sua stanza da letto negli appartamenti vaticani. Si trattava di una maternità fortemente iconoclastica, dove il volto della Madonna raffigurava Giulia Farnese, nobildonna di grande bellezza e “favorita” del pontefice, il bambino quello del frutto della relazione proibita della coppia e, fatto ancor più clamoroso, ai piedi della coppia madre-figlio lo stesso pontefice che regge nella mano sinistra il piede destro del piccolo Gesù.
L’affresco ebbe storia travagliata: chiuso al pubblico come tutti gli appartamenti Borgia dopo la morte di Alessandro VI dal successore Giulio II (Della Rovere), fu per quasi due secoli ricordato solamente nei testi di numerosi storici (tra cui Giorgio Vasari) come prova dell’origine del potere dei Farnese (il fratello di Giulio fu consacrato cardinale a soli 25 anni dallo stesso Borgia e divenne Papa Paolo III nel 1534). Ma da altrettanti storici e critici sminuito alla stregua di semplice leggenda. Finché, nel 1940, un giovane esperto d’arte, Giovanni Incisa di Camerana, non fu folgorato dalla visione di un quadro di età seicentesca conservato a Mantova, che ritraeva la scena originaria da secoli al centro del mistero. Il lavoro di ricerca dello storico portò a scoprire che si trattava di una copia, dipinta negli appartamenti Borgia appunto nei primi del ‘600, tramite l’osservazione diretta del capolavoro di Bernardino di Betto detto Pinturicchio. Capolavoro che andò incontro, nella seconda metà dello stesso diciassettesimo secolo, alla distruzione voluta da un altro Papa, Alessandro VII Chigi, scandalizzato dall’inaccettabile dimostrazione di licenziosità che esso rappresentava in tempi di Controriforma e di tentativo di moralizzazione della Chiesa. Da quel momento dall’affresco furono ricavati due frammenti, la Madonna e, appunto, il Bambino delle Mani (così detto per la presenza, oltre alle due manine dell’Infante, di ben tre mani adulte, le due della madre che lo cingono e quella maschile che gli regge il piede), mentre con ogni probabilità la figura di Alessandro VI andò distrutta.
Appartenuto per secoli alla famiglia Chigi, solo dopo il duemila il Bambino è uscito dall’oblio grazie alla nuova proprietà che ne ha consentito l’esposizione in pochi selezionati musei. Ora - annuncia Nucciarelli, esperto d’arte di fama internazionale - la speranza è di convincere la proprietà della Madonna a mostrare al mondo, per la prima volta dopo oltre tre secoli, i due frammenti a noi giunti consentendo di ridare unità, almeno in parte, al gioiello di Pinturicchio.
© Riproduzione Riservata