IL CONVEGNO
Il chirurgo? Un robot
Aumentano le operazioni ad alta tecnologia: nel 2013 oltre quota 13mila interventi coi cyber medici di Ab Medica

Farsi operare da un robot? Non è futuro ma realtà. Cresce infatti il numero degli italiani che, sul lettino della sala operatoria, si affidano alle mani più o meno metalliche della tecnologia: solo nel 2013 saranno 13.200. Infatti, da quando nel 1999 i robot sono stati introdotti negli ospedali italiani, tale crescita ha prodotto numeri a due cifre, raggiungendo 65.800 casi; sono invece 4.000 le persone che usano la robotica, tra medici e personale tecnico e di assistenza. In Italia i robot che lavorano in ospedale sono settatotto, tutti esemplari dei cosiddetti sistemi “DaVinci”, “Rio Mako” e “Cyberknife”. A promuovere questa tecnologia è un’azienda italiana che ha un fatturato di livello internazionale: Ab Medica. Proprio quest’azienda, lunedì 2 dicembre, a Milano, ha organizzato un convegno aperto agli operatori del settore e intitolato “Il futuro della sanità”. A spiegare i benefici del futuro nel presente operatorio sono stati Aldo Cerruti, fondatore di Ab Medica, il futurista Vito Di Bari, il videoartista Yuri Ancarani e il docente di Chirugia robotica dell’Università dell’Illinois Pier Cristoforo Giulianotti. Davanti a 250 persone e alla madrina dell’evento, Anna La Rosa, prima inviata italiana da una sala operatoria, è emersa la convinzione che gli strumenti oggi disponibili fanno già intravedere un futuro che sembra fantascientifico che è, in realtà, presente. I numeri lo dimostrano. Il sistema Da Vinci è il robot più diffuso e conosciuto con 64 esemplari attivi negli ospedali italiani. Nel corso del 2013 effettuerà interventi su 10.000 pazienti (dal 1999, gli operati sono stati 50.000) e i chirurghi che lo adoperano sono circa 400, assistiti da 3.500 anestesisti, strumentisti e infermieri. Nel mondo, invece, il robot Da Vinci sono oltre 2.800. Le operazioni effettuate nel 2012, più di 450.000. Rio Mako, invece, è una piattaforma robotica ad alta tecnologia per la Chirurgia protesica in ortopedia, ideata per tutte le grosse articolazioni. In Italia ne esistono cinque esemplari e dal 2011, anno della sua introduzione, è stato adoperato in quasi mille situazioni. Infine, Cyberknife, destinato al trattamento di radiochirurgia per patologie e lesioni tumorali, sia intracraniche (55%) sia extracraniche (45%), annovera negli ospedali italiani dieci modelli: dal 2003 a oggi è stato utilizzato in quasi 15.000 procedure.
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