CONCERTO
Russell Crowe incanta Varese: «Beautiful place»
L'attore ai Giardini in versione vocalist rock-blues. Mille spettatori

Non dà più il segnale per scatenare l’inferno - purtroppo c’è chi ci pensa, non per fiction, in altre parti del mondo - ma dispensa una buona musica. L’ex Gladiatore l’ha fatto ieri sera - domenica 14 luglio - ai Giardini Estensi, in apertura del Varese Summer Festival, davanti a 1.400 persone, tra cui Alberto Fortis. «Buonasera Varese - esordisce - beautiful place». I tempi in cui Russell Crowe si calava nei panni di Massimo Decimo Meridio sono lontani - per quel ruolo nel 2001 vinse l’Oscar come migliore protagonista - ma il carisma resiste, lo ha dimostrato sul palco nel ruolo di cantante.
Neozelandese adottato da Hollywood, l’attore ha sempre rivendicato un rapporto speciale con l’Italia, frutto anche di radici familiari ascolane. E sebbene a volte parli la nostra lingua con un accento che ricorda Shel Shapiro o Mal, le sue tracce tricolori appaiono in superficie. Anche nel modo al contempo allegro e rispettoso di rapportarsi con la musica e con il pubblico. E nell’affetto che mette nel chiamare sul palco suo figlio Charles.
Tra blues e rock, più il primo che il secondo, il viaggio intrapreso davanti a una platea in grande maggioranza femminile totalmente interessata a lui senza pensieri laterali - nessuna scena fantozziana all’ingresso o durante l’esibizione - per la finale degli Europei di calcio che si disputava in contemporanea. Che motivo di attrazione fosse più il vedere da vicino la star di Hollywood che ascoltare il suo concerto era evidente ma le note hanno fatto il loro corso tra gli applausi.
Complice anche il luogo, con il palco allestito a ridosso della fontana (come nella seconda metà degli anni Ottanta per un indimenticabile show di Tullio de Piscopo) al contrario di quanto accaduto lo scorso anno con conseguente migliore collocazione delle tribune.
Tra blues e rock, più il primo che il secondo, Crowe ha dato vita a uno spettacolo di poco meno di due ore attingendo ampiamente al suo repertorio, comprensivo di Let your light shine, brano proposto a febbraio al Festival di Sanremo in cui annunciò il tour italiano con la data di Varese. Spazio anche ad alcune cover, Take this waltz, di Leonard Cohen, Romeo & Juliet dei Dire Straits su tutte, e, fuori tema ma accolta con contagioso entusiasmo, come del resto nelle precedenti tappe di Roma, Ascoli e Piacenza, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, oggetto negli ultimi anni di una rivalutazione forse non così imbarazzante come quella dei Cugini di Campagna ma neppure indispensabile.
Chi ama il rock avrebbe semmai preferito, per restare nel Belpaese, un omaggio a Vasco o al Liga o, meglio ancora, a Massimo Priviero o a Graziano Romani ma i gusti sono gusti e l’idea di popolare in fondo è soggettiva. Oggettivo il fatto che, pur non essendo Bruce Springsteen o John Mellencamp, Crowe abbia offerto una prova onesta, più che gradevole. Risultato favorito dal robusto apporto della band, The Gentlemen Barbers, formata da Chris Kamzelas (chitarra), Stu Hunter (tastiere), James Haselwood (basso), David Kelly (batteria), Stewart Kirwan (tromba) e le coriste Stacey Fletcher, Susie Ahern e Britney Theriot. Per il Varese Summer Festival, buona la prima anche grazie a loro.
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