SINTI
«Il sindaco non può lasciarli al freddo»
L’avvocato Romano chiama in causa il capo di Stato. Richieste 25 abitazioni

«Il sottoscritto», seguono nome e cognome e data con luogo di nascita e codice fiscale e recapito telefonico del capo di una delle famiglie sinti sgomberate dal campo di via Lazzaretto 50 e ora ospitate a spese di Palazzo Borghi al Gran Hotel Milano Malpensa di Somma Lombardo, appunto il «sottoscritto», «residente a Gallarate», «di cittadinanza italiana», «chiede per il proprio nucleo familiare», segue composizione, «la messa a disposizione di un alloggio o un contributo economico per assicurare al proprio nucleo una abitazione», segue firma e in allegato attestazione Isee e carta di identità.
Insomma, è una domanda ufficiale rivolta al sindaco leghista Andrea Cassani tramite modulo prestampato indirizzato ai Servizi sociali. Venticinque ne ha protocollati ieri mattina in municipio, di questi moduli, l’avvocato Pietro Romano che difende la comunità cacciata a fine novembre dall’area a ridosso dell’autostrada sulla quale per dieci anni si snodavano roulotte e case mobili.
E non è tutto. Perché il legale, sempre giovedì 27, ha rigettato ufficialmente le ultime condizioni poste dall’amministrazione di centrodestra con un’articolata mail inviata ovviamente al settore II del Comune (Finanze, Tributi, Servizi alla persona e Sistema informatico) e, soprattutto, per conoscenza al capo dello Stato, al presidente del consiglio, al ministro delle Politiche sociali, al governatore lombardo, al presidente provinciale e al prefetto. Giusto per far notare che non si possono dimenticare dal 30 dicembre in poi 69 cittadini.
La mail contestata
«Ricordiamoci che tra loro ci sono 38 minori e 5 anziani e lui non può lasciarli al freddo», spiega l’avvocato Romano a moduli protocollati e a mail inviata. «Se il signor sindaco pensa di fare quello che vuole, ha sbagliato a capire. Ma forse non conosce che esiste un accordo tra Governo, Regioni, Province autonome e autonomie locali per la promozione e la diffusione delle linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia».
È l’intesa registrata agli atti numero 104 del 5 novembre 2015. Ed è citata, assieme ad altri sei tra protocolli, leggi, circolari e sottoscrizioni europee e italiane, nella lunga pec con la quale viene contestata l’ultima mail inviata da palazzo Borghi all’hotel sommese e a ciascuna famiglia sinti ospitata. Quella del 21 dicembre, come di consueto firmata dal dirigente Michele Colombo, con la quale si afferma: «All’unico scopo di sollecitare ulteriormente ogni comportamento utile a reperire autonomamente una soluzione abitativa, si ricorda che con il 30/12/2018 (check-out 31/12/2018) cessa ogni relativo impegno del Comune di Gallarate a favore di codesto nucleo familiare».
La presa in carico
Insomma, il legale alza il tiro. E fa sapere anche al presidente della Repubblica che, oltre a non rispettare il contratto di ospitalità (mail sempre di Colombo inviata all’albergo il 30 novembre) che indica come termine il 7 gennaio 2019 con check-out l’8, il Comune non starebbe utilizzando i mezzi messi a disposizione dalla Ue e dallo Stato per dare una soluzione abitativa alla comunità sinti. Per questo conclude rivolgendosi al Settore II scrivendo, rendendo partecipi tutti gli enti in indirizzo, con un’intimazione: «Vi diffido formalmente a voler provvedere all’immediata presa in carico di tutti i nuclei familiari da voi individuati come “soggetti fragili”». È qualcuno si è già fatto sentire. Non da Roma, certo, ma da più vicino sì: «Appena ricevuta la mia lettera, mi ha chiamato la Provincia per capire meglio di cosa si tratta». Quindi a Villa Recalcati, ora governata dal centrodestra con presidente il sindaco bustocco Emanuele Antonelli, sarebbero interessati ad approfondire.
Il costo per i gallaratesi
Non è tutto. Il legale contesta anche la cifra indicata da Cassani come spesa sostenuta finora: 77mila euro. «Il costo per i gallaratesi è maggiore», rimarca. «Ci sono i 58mila 500 euro per i trenta giorni di hotel, i 49mila 300 stanziati con delibera di giunta il 17 ottobre per lo sgombero, gli 8mila come contributo per lo spostamento di 16 roulotte, in totale fanno 125mila 800. Ai quali vanno aggiunti i 5.600 per quattro giorni di cena all’albergo. poi andranno calcolati i costi di bonifica dell’area». Ma questa spesa, sulla delibera di giunta di ottobre, è una serie di omissis.
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