FORMAZIONE E LAVORO
In carcere a Busto arriva il laboratorio tessile
Convenzione tra la Casa circondariale e l’azienda Grassi che attiverà il progetto entro metà novembre. Un’opportunità per i detenuti aperta anche ad altre realtà del territorio

Un laboratorio tessile per i detenuti del carcere di Busto Arsizio entro metà novembre. Il progetto diventerà realtà grazie alla convenzione sottoscritta dalla casa circondariale bustocca e dal rappresentante della Grassi S.p.A. di Lonate Pozzolo. L’azienda, che produce capi di abbigliamento tecnico per i settori professionale, della pubblica amministrazione e sportivo, gestirà il laboratorio nell’ambito del progetto di reinserimento lavorativo dei detenuti, offrendo loro un’opportunità di formazione e lavoro.
IL LABORATORIO TESSILE
L’attività lavorativa sarà preceduta da un corso di formazione tenuto da Acof di circa 130 ore, destinato a 15 detenuti selezionati dall’istituto di cui, dopo colloquio motivazionale e tecnico, due o tre verranno assunti dall’azienda. A tutti i partecipanti verrà rilasciata una certificazione di competenze. Dopo la formazione, verrà attivato il laboratorio della Grassi S.p.A all’interno della casa circondariale. I detenuti assunti lavoreranno con il supporto tecnico dei dipendenti dell’azienda su commesse già ricevute dalla stessa e anche con l’aiuto dei volontari, ex dipendenti, dell’associazione “Amici della Grassi”. Inizialmente saranno confezionati prodotti semplici, come buste per la spesa, per acquisire la manualità necessaria.
VERSO UNA LINEA CREATA DAI DETENUTI
L’obiettivo è creare un esempio virtuoso che possa coinvolgere altre imprese del territorio. La ditta, infatti, metterà a disposizione anche di altre aziende il laboratorio allestito all’interno del carcere, per permettere di sviluppare nuove linee di prodotto, come la maglieria. A questo proposito è già in corso un’interlocuzione con la co-fondatrice della Società Yamamay, che si è mostrata molto interessata e disponibile. L’auspicio - fanno sapere dall’azienda - è che, in futuro, il laboratorio possa lavorare anche per altre imprese in conto terzi, fino a valutare l’idea di creare una vera e propria linea di abbigliamento per detenuti, promossa dalla casa circondariale di Busto Arsizio. Il progetto, oltre al primario scopo di offrire un futuro a chi si trova nella condizione di detenzione, ha anche l’obiettivo di aiutare a risolvere il problema della mancanza di indumenti per i detenuti e, grazie all’eventuale utilizzo di scorte di fine produzione e di materiali donati dalle imprese tessili del territorio (e non solo), ambisce a rendere il processo sempre più circolare e sostenibile non solo dal punto di vista sociale ma anche da quello ambientale.
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