TAMPONAMENTO MORTALE
Tragedia A4: incapace di intendere ma con la patente
Rivelazione del Corriere: il 39enne che ha provocato la morte di due donne a Milano, aveva ottenuto la patente nel 2018 nonostante due anni prima gli fosse stato riscontrato «totale vizio di mente»

La droga gliela aveva data il personale sanitario dell’aeroporto di Malpensa, per cercare di tenerlo tranquillo. Una cinquantina di gocce di un farmaco contenente benzodiazepine, un potente calmante. Al quale poi si sono sommati gli effetti dei cannabinoidi che l’uomo aveva già in corpo, e che gli hanno provocato uno stato di confusione e stanchezza che potrebbe aver contribuito a causare il tragico incidente in cui lo scorso 18 febbraio hanno perso la vita Laura Amato, 54 anni di Robecchetto con Induno, e Claudia Turconi, 59 anni di Rescaldina. Non solo. Il Corriere della Sera ha rivelato che il 39enne italomarocchino responsabile del tragico tamponamento, nel 2016 era stato dichiarato in Tribunale incapace di intendere e volere in quanto affetto da «totale vizio di mente». Nonostante ciò, nel 2018 ottenne la patente di guida.
IL TAMPONAMENTO E LE BENZODIAZEPINE
Le due donne erano state tamponate al casello di Milano-Ghisolfa dell’A4 da una lancia Musa guidata da un italomarocchino di 39 anni: poco prima dell’incidente l’uomo si era allontanato dal pronto soccorso dall’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, dove era stato portato dopo una visita all’infermeria dell’aeroporto di Malpensa. Già il giorno dopo la Polstrada aveva accertato che l’uomo guidava sotto l’effetto di stupefacenti: adesso l’indagine coordinata dal pubblico ministero di Milano Paolo Filippini ha accertato che quelle benzodiazepine gli erano state somministrate sotto il controllo medico. Nelle prime fasi dell’indagine è stato possibile verificare che il 39enne era in cura per disturni psichici dall’ormai lontano 1995. Abitando a Pontenure, un comune del piacentino, era in cura all’ospedale di Piacenza. Il 16 febbraio aveva avuto una crisi, la moglie lo aveva invitato a presentarsi in ospedale. A Piacenza però l’italomarocchino si era fermato poco, perché lasciato l’ospedale il giorno dopo si era presentato a Malpensa intenzionato a prendere un volo per il Marocco. Visto il suo stato, il personale di terra gli aveva negato l’imbarco e lo aveva segnalato al personale dell’infermeria, che dopo avergli somministrato il calmante a base di benzodiazepine aveva chiamato l’ambulanza del 118 che lo aveva portato al pronto soccorso del Sant’Antonio Abate.
VIA DAL PRONTO SOCCORSO
Là l’uomo era stato messo in lista d’attesa per una visita psichiatrica, ma poi a un certo punto se n’era andato e aveva chiamato un suo cugino per farsi riportare in aeroporto, dove aveva lasciato l’auto. Il cugino lo aveva visto stanchissimo e poco lucido, quindi gli aveva proposto di fermarsi da lui per la notte. Ma il 39enne aveva detto che preferiva tornare a casa. Dopo aver riposato un po’ in una piazzola dell’autostrada, si era rimesso al volante della sua Lancia. Fino a quando alle 2.30 di sabato 18 era piombato a 150 chilomeri orari sulla macchina di Laura e Claudia, uccidendole entrambe.
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