India
India: una condanna a morte per i massacri di Sikh del 1984
Nei pogrom innescati da omicidio Indira Ghandi furono uccisi in circa 3.000

Nuova Delhi, 20 nov. (askanews) - Un tribunale indiano ha emesso oggi la prima sentenza di morte dal 1996 per i massacri di circa 3.000 Sikh perpetrati nel lontano 1984, all'indomani dell'omicidio dell'allora Primo ministro Indira Ghandi. I parenti delle vittime hanno esultato nella capitale Nuova Delhi all'annuncio del verdetto, il primo del team investigativo speciale creato nel 2015 che ha riaperto decine di indagini archiviate.
Il giudice Ajay Pandey ha imposto la pena di morte a Yashpal Singh e l'ergastolo a Naresh Sherawat, entrambi per omicidio, turbativa dell'ordine pubblico e altri capi di imputazione. I due sono stati condannati la scorsa settimana per la morte di Hardev Singh e Avtar Singh, due giovani allora ventenni assassinati a Mahipalpur, a sud di Delhi, durante i pogrom. La polizia aveva archiviato il caso a carico dei due uomini nel 1994 per insufficienza di prove ma il processo è stato riaperto dalla nuova commissione.
La commissione è alle prese con una sessantina di casi che ha riaperto su un totale di 293. Il verdetto è stato pronunciato nel carcere di massima sicurezza Tihar Jail di Nuova Delhi dopo l'attacco la settimana scorsa sui due imputati nei locali del tribunale di Delhi.
I parenti commossi hanno detto di essersi sentiti sollevati e hanno espresso il desiderio che i prossimi condannati saranno due ex ministri del Partito del Congresso, Jagdish Tytler e Sajjan Singh.
La carneficina di 34 anni fa scoppiò alcune ore dopo l'omicidio di Indira Gandhi per mano delle sue guardie del corpo Sikh. Si protrasse per tre giorni durante i quali membri della minoranza etnico-religiosa più famosa dell'India furono stuprati, rapiti e barbaramente assassinati: case e negozi di loro proprietà furono dati alle fiamme. Le violenze nel Paese, che lasciarono una profonda scia di sangue soprattutto a Nuova Delhi, furono di una ferocia senza eguali: decine di inermi cittadini Sikh furono trascinati fuori dalle loro abitazioni e bruciati vivi.
Ma in pochi sono stati tradotti davanti alla giustizia per le efferate stragi: le varie commissioni che si sono succedute negli anni non sono riuscite a portare dietro le sbarre più di una manciata di protagonisti minori.
Indira Gandhi fu assassinata dopo che ebbe ordinato alle truppe di fare irruzione nel Tempio d'oro, il più sacro santuario sikh situato nello Stato del Punjab. L'operazione mirava all'arresto di militanti separatisti sihk asseragliati al suo interno.
I leader sikh sostengono che il bilancio dei pogrom sia di gran lunga superiore ai circa 3.000 morti ufficiali e accusa il Partito del Congresso della dinastia dei Nehru-Gandhi di voler minimizzare le violenze. La principale agenzia investigativa indiana aveva accusato un alto esponente del Congresso, Sajjan Kumar, di aver incitato i moti: ma questi è stato assolto nel 2013. I Sikh in India sono circa 20 milioni, poco meno del 2% della popolazione totale dell'India di 1,25 miliardi. Nel mondo sono circa 27 milioni. (fonte Afp)
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