LA PAURA
Ordigno sulla lapide dei partigiani
La bomba risalente alla Seconda guerra mondiale trovata davanti a Villa Bianchi. Fatta brillare in una cava
Allarme, la mattina di oggi, giovedì 29 agosto, in centro paese, per una bomba a mano della Seconda guerra mondiale posata sopra la lapide in marmo che nei giardini davanti a Villa Bianchi, sede del municipio, ricorda i partigiani e i caduti indunesi.
Si trattava di una granata a frammentazione difensiva Mk2, di fabbricazione statunitense, definita anche “pineapple”, ovvero ananas, perché la sua forma ricorda quella del frutto.
Sono stati Walter Premoli e Gabriele Vallefuoco, vigili del comando unificato della Polizia locale di Induno Olona e Arcisate, che attorno alle 10 rientravano da un servizio nel loro ufficio in una palazzina affacciata sul giardino, a notare la bomba: un residuato bellico arrugginito. L’ordigno si trovava appunto sulla lapide, voluta dall’Anpi, che ricorda i partigiani indunesi caduti per la libertà dal 1943 al 1945: Pierluigi Beati, Emilio Comi, Bruno Jamoretti, Cesare Pantini, Bruno Passerini, Gianni Pavia, Giuseppe Sulmincio e Mario Comi.
Sul lato opposto del monumento ci sono i nomi dei Caduti nella guerra.
Del rinvenimento sono stati avvisati i carabinieri. Sono intervenute pattuglie della Stazione di Arcisate e del Nucleo radiomobile di Varese.
L’area del rinvenimento è stata transennata e si è atteso l’arrivo da Milano degli artificieri dei carabinieri.
La bomba è stata quindi portata nella cava Rainer, alla periferia di Arcisate, dove è stata fatta brillare in condizioni di sicurezza.
Si è poi appurato che si trattava di una bomba “inerte”, quindi senza detonatore e carica di scoppio, utilizzata per le esercitazioni.
Si guarderanno le immagini registrate dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza per cercare d’individuare l’autore di questo gesto.
Sei mesi fa un ordigno fu trovato in un albergo di Montegrino Valtravaglia.
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