VIRUS RESPIRATORI
Influenza a Varese: due neonati in Terapia intensiva
Boom di ricoveri al Del Ponte e al Circolo

Due neonati sono ricoverati nella Tin - la Terapia intensiva neonatale - dell’ospedale Del Ponte. Sono venuti al mondo da un paio di settimane, sono tornati a casa e sono stati ricoverati di nuovo. Non respirano bene per la bronchiolite causata dal virus respiratorio sinciziale.
A stare male per quella che genericamente chiamiamo influenza, pensando che non possa trasformarsi tutto sommato in una malattia importante, sono indistintamente adulti e bambini. Al di là delle centinaia di persone che si sono rovinate le feste rimanendo a casa a letto, l’emergenza influenza si manifesta con un boom di ricoveri. All’ospedale Del Ponte, su 22 ricoverati in Pediatria «il 70 per cento è a causa di problemi respiratori - spiega Massimo Agosti, neonatologo a capo del Dipartimento Materno- infantile dell’Asst Sette Laghi - e di questi circa il 50 per cento per influenza, quindi per virus respiratori sinciziali e solo il 10 per cento sul totale per Covid».
Si ricovera perché i piccoli respirano male e - «senza fare preoccupare troppo i genitori, ma a volte è necessario» - c’è chi viene ricoverato in Terapia intensiva pediatrica o in Terapia intensiva neonatale. Ci sono varie modalità per agevolare la respirazione, come per gli adulti e si arriva anche a intubare i neonati, come in un caso dei due piccoli in Tin in queste ore. È più bassa invece la percentuale dei virus respiratori che porta al Pronto soccorso e al ricovero gli adulti, ma fare una distinzione netta è quasi impossibile: pazienti con comorbilità e fragilità finiscono in ospedale anche perché hanno sospette polmoniti o appunto sintomi influenzali importanti.
Più virus, meno vaccini
«Quest’anno ci si è vaccinati ancora di meno ma l’influenza ha colpito duro e inoltre si sapeva che il picco sarebbe arrivato per le feste», spiega Francesco Dentali, presidente nazionale Fadoi, la Federazione degli internisti ospedalieri e direttore del Dipartimento di Area medica all’Asst Sette Laghi.
Anche il professor Agosti sottolinea che «la percentuale di vaccinazioni quest’anno è bassa, probabilmente c’è ancora un effetto post Covid, ma è sbagliato, non va bene» e che il trovarsi tra molte persone durante le feste ha ribaltato il paradigma che sono i bambini che vanno a nido, scuola materna o scuola a contagiare i familiari adulti.
Non è solo un naso che coda
Baci e abbracci ai piccoli da parte dei parenti, hanno provocato una diffusione “fuori controllo” delle malattie respiratorie. «Un naso che cola nell’adulto - spiega Massimo Agosti - equivale talvolta a causare una broncopolmonite in un bambino o la bronchiolite nei più piccoli».
Ritorno in ufficio e a scuola
Tra pochi giorni riaprono le scuole. Probabile che siano ancora più semideserte degli ultimi giorni prima della pausa di fine anno. Molti uffici tornano a regime da lunedì e le scrivanie vuote saranno parecchie. L’influenza - annunciata “forte” e con il picco natalizio - ha colpito duro, soprattutto quella fetta di popolazione che ha scelto di non vaccinarsi, nonostante i ripetuti inviti delle autorità sanitarie a farlo.
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