IL CASO
Insulti a magistrati e periti: madre denunciata
Dopo la separazione dal marito si scatena su Facebook: nel mirino della stalker una psicologa del tribunale

Perizie false, magistrati macellai, corruzione in tribunale, bambini strappati alle madri, lobby dei padri: un tripudio di insulti e di minacce da mesi gronda su Facebook. Li pubblica, facendo nomi e cognomi, una madre bustese - orgogliosa del suo titolo di pedagoga - che si sente vittima della malagiustizia.
E che ha preso di mira soprattutto una consulente del tribunale, la psicologa Gabriella Marzorati, oltre che a tre giudici di via Volturno.
Per la professionista la vita è diventata un inferno, sulla sezione famiglia del palagiustizia aleggiano voci sinistre, che preoccupano gli utenti. Lo si deduce dalla pioggia di commenti sulla sua pagina Facebook e sul chiacchiericcio che circola. La campagna diffamatoria è fortissima ma non si tratta solo di questo. Gabriella Marzorati teme per la propria incolumità perché più di una volta si è trovata la hater davanti alla scuola della figlia o nei posti più impensabili.
Ecco perché nei giorni scorsi gli avvocati Sergio Bernocchi e Maria Terrana hanno sporto querela per molestie, diffamazione aggravata e continuata e stalking contro la fanatica del web e presentato un esposto direttamente al presidente del tribunale Miro Santangelo, poiché quei post carichi di rabbia ledono anche l’immagine della magistratura bustese.
Tutto parte dalla causa di separazione della donna, risalente al 2015.
La dottoressa Marzorati venne incaricata della perizia, il cui esito non fu neppure così sfavorevole alla donna. Vennero evidenziate alcune difficoltà nel suo ruolo genitoriale ma la figlia le venne comunque affidata, aumentando le frequentazioni del padre e indicandole un percorso psicologico da seguire, con il monitoraggio dei servizi sociali.
«In quell’occasione convocai sia il marito che la donna e chiesi se avessero qualcosa da osservare sulla perizia. Nessuno contestò nulla, tanto meno lei». A quanto pare la donna non ottemperò alle prescrizioni del giudice, tanto che l’ex marito a un certo punto chiese la modifica delle condizioni di separazione. La donna chiese una nuova perizia ma non si presentò mai al colloquio. E fu così che il magistrato affidò la figlia ai servizi sociali, la collocò dal padre e dispose per la madre solo il diritto di visita. Da quel giorno la bustese iniziò a insultare tutto il tribunale, accusando Marzorati di aver stilato una falsa perizia. Centinaia di post intrisi di odio, ricchi di epiteti volgari, spesso minacciosi. «Un energumeno violento che la aspetta sotto casa con una perizia fatta da lei prima o poi salta fuori. Giuro che faccio da consulente di parte a processo quando si deve difendere», è uno degli ultimi pubblicati.
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