PROVENTI SPARITI
L’accusa: «Intascava i soldi delle multe». Ex vigile a processo
Da comandante della polizia municipale del Vergante si sarebbe appropriato indebitamente di migliaia di euro

Era il comandante della polizia municipale del Vergante, impegnato anche nella Protezione Civile e nel sociale: andrà a processo per peculato e simulazione di reato. Il 55enne oramai ex comandante dei vigili del Vergante, sarà giudicato presso il Tribunale di Verbania a maggio dove era anche conosciuto per la sua attività di Ufficiale di Polizia Giudiziaria. L’accusa è grave: essersi intascato migliaia di euro dai proventi delle multe della Polizia Municipale.
LE INDAGINI
Le indagini sono iniziate tre anni fa da segnalazioni interne all’Unione Associata dei Comuni del Vergante su ammanchi che risultavano dagli introiti di sanzioni al codice della strada. Era stato l’allora segretario comunale di Massino Visconti ad accorgersi che qualcosa non quadrava. L’ex comandante è accusato di essersi intascato i proventi delle multe e ha tentato di giustificarsi denunciando il furto della valigetta che conteneva il contante, custodita in municipio. Tra i capi d’imputazione c’è anche quindi la simulazione di reato aggravata.
IL LICENZIAMENTO
Nell’ottobre del 2020 è stato licenziato dal comune di Nebbiuno, che lo aveva in organico. A fine novembre, gli è stato addebitato anche il reato di peculato. Il più rilevante, anche per l’importo addotto, è quello relativo agli anni 2016-2018, periodo durante il quale gli uffici dell’Unione hanno calcolato ammanchi per 64 mila euro, dei quali 49 mila restituiti dall’ex comandante già a fine 2018. Il secondo si riferisce a 13 verbali per violazioni al codice della strada, pari a una cifra di poco superiore ai 1.600 euro, incassati dall’accusato per conto del comune di Massino Visconti nel corso del 2015, mai registrati e mai versati nelle casse comunali.
LA SCOPERTA E LE GIUSTIFICAZIONI
A scoprirli è stato l’ente che, contattando alcuni automobilisti che avevano multe in sospeso, ha ricevuto la copia delle quietanze siglate dall’ex comandante, cui i trasgressori avevano già versato la multa in contanti. Incalzato sugli ammanchi, l’ex comandante si sarebbe giustificato dicendo che i fondi erano stati utilizzati per le spese della polizia locale, una tesi non ritenuta credibile dal comune di Nebbiuno.
I RISVOLTI
Il fatto, scoppiato tre anni fa, ha avuto anche risvolti politici sui sette comuni dell’Unione del Vergante che sono Massino Visconti, Nebbiuno, Colazza, Brovello Carpugnino, Pisano, Gignese e Armeno, che hanno revocato la gestione associata della polizia locale. Nel Vergante venivano gestite soprattutto le multe dei due Tred ai semafori di Nebbiuno e Gignese che davano lauti introiti. Antonio Airoldi, sindaco di Massino Visconti, si è detto sconcertato: «Non l’avremmo mai pensato, una persona sempre disponibile, che lavorava fuori orario di servizio, che amava il suo lavoro. In pratica non era mai in ferie». Ora sembra che l’ex comandante lavori nel Milanese, in attesa del processo.
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