IL CASO
Invasione di insetti al rione Balina
Residenti preoccupati dal gran numero di mosche. Della questione si fa portavoce il gruppo di opposizione RilanciamOlgiate

«Ma quante mosche, ma quanti moscerini… Ormai li respiriamo giorno e notte». Tornano le proteste, al rione Balina, per la proliferazione di insetti molesti, che ha ormai raggiunto livelli senza precedenti. Non si sa se ad attirarli sia il cambiamento climatico o i terreni incolti, fatto sta che c’è chi dice di essere costretto a chiudere le finestre di casa, chi di non poter nemmeno uscire e chi, addirittura, vive coi repellenti in ogni stanza.
L’INTERROGAZIONE
RilanciamOlgiate, considerata la frustrazione delle famiglie, ha deciso di portare la questione in consiglio comunale. «Abbiamo protocollato un’interrogazione che sarà discussa nella prossima seduta consiliare – annuncia Enrico Vettori – L’obiettivo è dare finalmente risposte ufficiali ai residenti e avviare un percorso concreto per risolvere una situazione che ormai è diventata insostenibile».
«Come opposizione – afferma l’ex sindaco Giorgio Volpi - riteniamo questo atto amministrativo necessario per garantire che le istanze dei cittadini vengano ascoltate e affrontate in modo serio. Crediamo che la politica del “divide et impera”, adottata dall’amministrazione Montano, non faccia alcun bene». La proposta? «Un tavolo di lavoro per trovare un compromesso che possa garantire il benessere di tutti».
LE SEGNALAZIONI
RilanciAmo Olgiate ha ricevuto numerose segnalazioni, con fotografie e video, che documentano la portata del fenomeno, che non si limita più a semplice fastidio ma è diventato un vero e proprio problema di salute pubblica. «In dieci anni sono state fatte numerose promesse, tra cui la creazione dell’app “Nasi”, che avrebbe dovuto facilitare la gestione del problema – ricorda il centrodestra - Tuttavia, la stessa amministrazione ha previsto l’esclusione del Comitato San Martino Odori e Mosche, un gruppo di residenti colpiti dal problema mosche e miasmi».
Di qui l’interrogativo: «Come si può escludere da uno strumento di controllo proprio le zone e le famiglie che hanno subito più disagi? Un simile approccio non solo penalizza i cittadini più colpiti, ma mina anche la possibilità di una vera e propria azione di monitoraggio e risoluzione. Chi vive quotidianamente il problema ha una conoscenza diretta della situazione ed è proprio questa esperienza che dovrebbe essere valorizzata e non ignorata».
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