IL SEQUESTRO
Il pompiere con 200 chili di hashish
Non parla durante l’udienza di convalida di fronte al gup. E resta in carcere

Vincenzo Sciarra, il cinquantaseienne volontario dei vigili del fuoco arrestato dai carabinieri con 210 chili di hashish (uno dei più ingenti sequestri degli ultimi anni), resta in carcere.
Ieri mattina è comparso davanti al gip Nicoletta Guerrero per l’udienza di convalida e ha scelto di non rispondere. L’avvocato Niccolò Luoni - data l’incensuratezza del pompiere che di professione è litografo - ha chiesto la concessione degli arresti domiciliari a casa del fratello, ma il quantitativo di stupefacente sequestrato venerdì è tale da far supporre l’esistenza di una solida organizzazione di cui Sciarra sarebbe parte attiva, quindi è necessario impedirgli contatti che potrebbero pregiudicare lo sviluppo delle indagini.
Il cinquantaseienne è stato fermato per un controllo di routine lungo la provinciale 12, all’altezza di Busto Garolfo. I carabinieri - che a quanto pare si sono imbattuti in un traffico di tali dimensioni in modo del tutto casuale - sono stati attirati dall’atteggiamento guardingo di Sciarra e quindi l’hanno “palettato”.
Il Fiorino che conduceva non era suo, pare fosse di un suo vicino di casa. Trasportava frutta e verdura, le cassette erano nella cabina. Ma i militari sono andati oltre le apparenze, scoprendo così un doppio fondo nel quale c’erano sei sacchi di juta che contenevano 210 chilogrammi di fumo suddivisi in panetti da 100 grammi. I carabinieri hanno quindi deciso di estendere la perquisizione anche a casa di Sciarra e lì hanno trovato marijuana, un bilancino di precisione e due radio ricetrasmittenti. Gli investigatori sospettano che gli apparecchi venissero utilizzati per intercettare le comunicazioni delle forze dell’ordine così da eludere i posti di blocco.
Ma il fatto che il cinquantaseienne prestasse servizio volontario nei pompieri lascia pensare che le due radioline servissero per questioni operative.
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