IL DELITTO DI BEE
«Io, la prima vittima di Tacchini»
Racconto choc su Internet: una ex denuncia di aver subito violenze dall’uomo oggi in carcere per aver ucciso Alessia Partesana: «Mi chiedo cosa avrei potuto fare per salvarla»

Quando ha letto la notizia del delitto avvenuto la vigilia di Natale, non ha potuto tacere.
Su Facebook Alessia M. ha raccontato di aver conosciuto già quindici anni fa Marco Lopez Tacchini, 33 anni, in carcere dalla Vigilia di Natale dopo aver confessato di aver ucciso a coltellate la compagna Alessia Partesana, di 29, nel loro appartamento a Bèe. Alessia M. ha chiesto di parlare con gli inquirenti, vuole testimoniare e raccontare la sua esperienza.
«Oggi ho la morte nel cuore - ha scritto sul suo profilo -. Dopo tanti anni, riapro una ferita che pensavo fosse guarita.. custodita nel mio cuore.. racconto qualcosa di me che pochi sapevano.. e che spero possa aiutare chi sta vivendo questo incubo a scappare in tempo e ad affrontare questo demone per dare voce a chi una voce più non ce l’ha». La storia che racconta è drammatica: «A 17 anni sono stata vittima di un uomo violento, tanto da farmi perdere i sensi e lasciarmi i lividi, da usare violenza fisica e sessuale, un uomo dai mille volti. Un uomo che quando cercai di scappare mi riprese con una finta dolcezza, per poi segregarmi a chiave in casa e punirmi a suo piacere». Quest’uomo, secondo quanto riferisce la ragazza, sarebbe Tacchini. E aggiunge: «Mi rendo conto che sarebbe potuto succedere a me, e mi chiedo cosa avrei potuto fare per salvarla.. Dietro ai sorrisi possono esserci immensi incubi, è difficile chiedere aiuto, ed è difficile trovare chi comprende i segnali di richieste d’aiuto». Alessia M. lancia un appello alle donne: «Non accettate nemmeno una sberla, scappate, chiedete aiuto, non fermatevi di fronte a chi non riesce a comprendere o sottovaluta, la colpa anche se ve lo fanno credere non è vostra.. non siete voi sbagliate, ma loro». Da noi contattata, Alessia M. ci ha autorizzati a pubblicare la sua storia e ha spiegato di essere in attesa di essere ricontattata dai carabinieri. Vuole poter testimoniare. Per quanto ci risulta gli inquirenti sono a conoscenza di quanto raccontato dalla ragazza. Intanto il post di Alessia M. ha ottenuto centinaia di condivisioni su Facebook e centinaia di messaggi di solidarietà anche da parte di altre donne vittime di violenza.
«Non so bene come, e quale meccanismo si stia innescando - scrive ancora -, ma sto ricevendo tanti messaggi di solidarietà e contatti da tutta Italia. Ad oggi la mia storia è stata condivisa da circa 400 persone. Grazie di cuore da parte di tutte le donne vittime di violenza, grazie di cuore di aiutarmi a gridare per chi una voce più non ha. Grazie per non essere impassibili ad un tema così delicato.. Grazie di non voltarvi».
Intanto sempre su Facebook continuano a comparire i messaggi di cordoglio e anche di rabbia da parte degli amici della vittima. I pensieri più commossi vanno alla figlia, che ha perso la sua famiglia nel giorno della vigilia di Natale. La piccola era in casa mentre la mamma veniva uccisa ed è rimasta da sola, anche se per poco tempo, fino a quando sono arrivati i carabinieri, l’ambulanza del 118 e il nonno materno che ora sta facendo di tutto per darle un po’ di serenità.
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