DIETRO LE QUINTE
«Io, moglie della Teresa»
Si racconta Mitia Del Brocco da Carpi, coautrice dei testi dei Legnanesi e consorte di Antonio Provasio

Sandra Musazzi direttore artistico, certo, Sofia Fusco, coreografa, d’accordo, le sarte, naturalmente ma la quota rosa dei Legnanesi è in realtà più forte. Merito di Mitia Del Brocco, coautrice dei testi di “70 voglia di ridere c’è”, la nuova commedia dei Legnanesi di scena anche oggi, sabato 24 novembre, e domani, domenica 25 novembre, al Teatro Openjobmetis, senza speranze per i ritardatari essendo da tempo tutto esaurito in prevendita. Mitia è la moglie di Antonio Provasio, “la Teresa”.
Altro fortunatissimo testo dei Legnanesi, questa volta opera sua e di suo marito; come vi siete distribuiti i compiti?
«Lavorando insieme su tutto. Ci confrontiamo, sviluppiamo le idee e le trasformiamo in copione. Non potendo in alcun modo competere con lui sulla tradizione, mi concentro sugli elementi di novità. Alcuni passano subito, altri dopo che Antonio ci ha dormito su, altri finiscono nel cestino o in lista d’attesa. Giusto così, rivendico però con un pizzico d’orgoglio come siano farina del mio sacco i riferimenti a Fedez e Ferragni e il maggior spazio ad alcuni personaggi a torto ritenuti minori».
Il suo non è esattamente un nome comune.
«Ne sono consapevole, al punto che faccio lo spelling prima ancora che me lo chiedano. È russo, diminutivo di Dimitri, lo devo all’amore dei miei per “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij. Ne sono orgogliosa. Come della mia città natale, Carpi: ci siamo sposati lì, il 28 maggio 2016, nel teatro comunale, è stato bellissimo».
Avete piazza dei Martiri, una squadra in B che è stata in A e una cucina invidiabile.
«Ci andiamo almeno una volta al mese per trovare i parenti e con la certezza di un piatto di favolosi tortellini in brodo. Ma si mangia bene anche qui, lo metteremo nero su bianco in un libro di ricette della Teresa di prossima uscita».
Come ha conosciuto i Legnanesi?
«Sono rimasta a Carpi fino alla terza media, superiori a Rimini. Preso il diploma mi sono trasferita a Milano e qui, credo una decina di anni fa, rimasi incuriosita da un manifesto della Compagnia e soprattutto dai tanti giorni in cartellone allo Smeraldo. Un amico siciliano - giuro! - mi spiegò chi erano e quanto fossero bravi. Mi occupavo di merchandising per artisti pop e rock importanti, sono stata in tour con Renato Zero, il massimo per una sorcina come me, Vasco Rossi e tanti altri. Ho uno splendido ricordo di Zucchero, grande professionista e grande persona. Un giorno l’agenzia mi ha inviato dai Legnanesi. In teoria avrei dovuto seguirli per una settimana ma ho conosciuto Antonio e i sette giorni sono diventati due mesi, poi una vita insieme».
I teatri più belli?
«La Scala, seguita dal Ponchielli di Cremona e dal Pergolesi di Jesi. Il Comunale di Carpi è comunque nella Top Ten».
Non le fa mai effetto vedere suo marito vestito da signora Colombo?
«No, perché indossa una maschera e un costume, come se interpretasse Arlecchino. Semmai qualche volta a casa quando magari per leggere si mette gli occhiali “alla Teresa” ho giusto un attimo di smarrimento. Non riesco però a essere gelosa del Giovanni, spero non si offenda».
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