IL CASO
Isola felice, docufilm su Rai Storia
L’inchiesta, il processo e le testimonianze dei protagonisti di una vicenda che rappresenta ancora una ferita aperta per Varese e Provincia

Rai Storia indaga su Isola felice, una ferita ancora aperta per Varese e il Varesotto. Il documentario “Diario Civile - Isola felice”, sarà trasmesso su Rai Storia (canale 54 del digitale terrestre e canale 805 di sky) martedì 16 ottobre alle 21.10 (repliche mercoled� 17 alle 9.30, giovedì 18 alle 6.30 e 17, lunedì 22 alle e alle ore 17:00 e luned� 22 alle 23.10.
Isola felice è il nome dell’operazione che scatta su ordine della direzione distrettuale antimafia di Milano all’alba del 14 ottobre 1994 in provincia di Varese. L’accusa è associazione per delinquere di stampo mafioso: estorsione, sequestro di persona, omicidi. «Un’alba livida, sirene che squarciano la quiete di una zona tranquilla in cui si dice che non accade mai nulla». Così descrive quella mattina Gianni Spartà, che dell’inchiesta si occupò per la Prealpina e che sulle vicende tornò nei suoi libri.
«Forse nessun nome è stato così appropriato: simbolicamente è come se fosse stata un’isola nel senso che nel corso degli anni una parte della criminalità organizzata, la ‘ndrangheta, si era impadronita di quel territorio» sottolinea Francesco Maisto, Sostituto Procuratore generale al processo in Corte d’Appello di Milano.
Sono state le rivelazioni di Antonio Zagari, figura di primo piano dell'organizzazione, che hanno permesso di ricostruire l'intera struttura criminale.
Il 9 giugno 1995 nell’aula bunker, collocata negli stabilimenti dell'ex Aermacchi, luogo simbolo della città, ha inizio il processo. La potente organizzazione è ritenuta responsabile anche del sequestro e dell'omicidio di Emanuele Riboli: «Eravamo una famiglia di 7 persone, 5 figli la mamma e il papà, una famiglia normalissima con tanti bambini chiassosi», ricorda Lella Riboli, la sorella di Emanuele, un ragazzo di 17 anni che amava le moto da cross e andava a scuola in bicicletta, fu rapito la sera del 14 ottobre 1974 mentre tornava a casa. Il suo corpo non fu mai più trovato malgrado il pagamento del riscatto.
La testimonianza di Zagari, registrata nei monitor collocati nell’aula bunker, rivela la spietata vicenda. Il 14 novembre del 1997 a Varese viene emessa la sentenza. «E’ una sentenza storica - commenta Armando Spataro, Sostituto Procuratore della repubblica al processo - Per la prima volta viene riconosciuta l'esistenza di un'associazione per delinquere di stampo mafioso ben radicata nel territorio della provincia di Varese che per circa 20 anni ha commesso una serie di gravissimi reati: omicidi, sequestri di persona, rapine ed estorsioni». Le parole del papà del giovane Emanuele Riboli, custodite negli archivi Rai, completano il racconto.
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