IL PROGETTO
Ispra, Ascom boccia il piano dell’ex Camiceria Leva
Critiche al Comune: «Ignorato il nostro parere». Ecco i dettagli sulla trasformazione dell’area

Ascom boccia il progetto di trasformazione dell’ex Camiceria Leva di Ispra ed entra in rotta di collisione con l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Melissa De Santis. Lo strappo avviene dopo il via libera in Consilgio comunale all’adozione del Piano per il quale Confcommercio Ascom Varese «era pronta a sedersi attorno a un tavolo con il sindaco e i dirigenti comunali per valutare una revisione di progetto di variante inerente l’ambito di trasformazione dell’ex Camiceria Leva». Ma l’invito non è stato raccolto.
E così, oggi, sabato 6 agosto, Ascom prende posizione. Dura. «La variante non può che essere rigettata». Il parere che aveva fornito Confcommercio, a firma del presidente Giorgio Angelucci, assistito dalla commissione provinciale di Tutela sindacale composta dal vicepresidente di Ascom Antonio Besacchi, dall’architetto Giorgio De Wolf (già vice presidente della Provincia e vice sindaco di Varese) e dall’avvocato Antonio Chierichetti, indicava le ragioni per cui viene detto no all’intervento, così come ipotizzato, sull’area di via Fermi e via San Giovanni Bosco.
Che cosa prevede il piano? Un fabbricato commerciale per media distribuzione di tremila metri quadrati (di cui 1.500 di superficie di vendita) al quale si affianca un fabbricato destinato a commercio di vicinato di 400 metri quadrati (di cui 300 di superficie di vendita suddivisi in due distinte unità da 150 ciascuna); due fabbricati ad uso residenziale per un volume complessivo di 3.960 metri cubi; un edificio ad uso turistico-ricettivo per una superficie coperta di 1.400 metri quadrati per complessive 78 camere e 120 posti letto; la realizzazione di una nuova palestra (della Baragiola) per una superficie coperta di 820 metri quadrati. Oltre a questo, la realizzazione di tutte le necessarie opere di urbanizzazione primaria e secondaria, della viabilità interna, dei parcheggi, degli standard qualitativi.
Ascom ha diverse perplessità. «Quella prevista non si configura come una media, ma una grande struttura di vendita. Pertanto, si tratta di una tipologia di intervento non consentita nei Comuni con meno di 10.000 abitanti. A meno che non ci sia l’assenso da parte della Regione che, invece, manca» sostiene Ascom. Altra criticità: «Il progetto depositato e pubblicato prevede un fabbricato di 300 metri quadrati di superficie di vendita destinato a commercio di vicinato (che la legge per i Comuni sotto i 10.000 abitanti non consente), mentre l’Amministrazione, pubblicamente, ha sostenuto che i fabbricati sono due da 150 metri quadrati: Ascom chiede chiarezza». Terzo aspetto sollevato da Ascom: «I metri concessi per il supermercato sono in parte destinati alla vendita e in parte al magazzino. In questo caso i dubbi di Ascom sono riferiti al magazzino che si teme possa diventare un centro logistico con le relative pesanti ripercussioni sulla viabilità del paese, già appesantita dalla presenza del passaggio a livello». Altra critica: «In base a quanto emerge dalle contraddizioni documentali e poi anche dalle dichiarazioni pubbliche rese dai tecnici, l’Amministrazione comunale sarebbe tenuta non solo alla ripubblicazione di tali documenti aggiornati sul sito del Comune, ma anche assoggettare tale aggiornato e diverso progetto di variante alla ripetizione della procedura inerente la Valutazione ambientale strategica». E infine, semore da Ascom: «Per quanto riguarda la residenza destinata agli anziani, in considerazione della classificazione turistico-ricettiva, si rimarca la necessità di posti letto a servizio dei visitatori, una carenza che il recupero dell’ex camiceria avrebbe dovuto sopperire e che invece viene ignorata nel progetto adottato dal consiglio comunale».
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