DECOMMISSIONING
Si smantella il reattore
Prima fase da gennaio. L’operazione costerà 60 milioni di euro in dieci anni
Sessanta milioni di euro spalmati lungo l’arco di dieci anni, e riconosciuti in base all’avanzamento dei lavori: il “decommissioning”, cioè lo smantellamento del reattore Ispra -1, ha una data.
Entro gennaio 2020, dopo l’ok da parte della società di controllo, Isin, verrà avanzata dalla Sogin (la società di Stato che si occupa di questo tipo di attività, oltre che della gestione dei rifiuti radioattivi, ndr) l’istanza di smantellamento.
«Ma non sarà certo un “pronti, via” - avverte Angelo Senaldi, già parlamentare del Pd e componente della commisione permanente per le attività produttive della scorsa legislatura, che ha seguito da vicino la situazione del sito sul lago Maggiore - C’è la fase preliminare, quindi lo smantellamento vero e proprio dell’impianto, il più vecchio, fermo dal 1973».
Dopo l’incidente di Chernobyl e il referendum che mise al bando il nucleare in Italia, vennero fermate anche le centrali che si occupavano principalmente di ricerca, come il Ccr di Ispra, e non di produzione di energia.
Lo smantellamento prevede che tutti i pezzi contaminati vengano conservati in sicurezza, stoccati adeguatamente (nel caso di Ispra, in un’area identificata all’interno del centro), in attesa che lo stoccaggio permanente avvenga poi in un sito a livello nazionale.
«Per gli ispresi questa non è una novità - interviene il sindaco del paese, Melissa De Santis - Già due anni fa eravamo a conoscenza che la ditta specializzata che si sarebbe occupata dello smantellamento era la Sogin. E sempre due anni fa ci era stato mostrato il sito di stoccaggio delle scorie. In realtà, questa è stata una lungaggine del ministero, mancava solo la firma dell’accordo perché la Sogin potesse iniziare».
Il programma prevede lo smontaggio e la riduzione in parti della parte esterna, quindi il riempimento di blocchi di cemento con le varie parti ricavate: il tutto per garantire la sicurezza, visto che il volume di ogni parte dismessa, a questo punto, diventerà molto maggiore di quella inziale. «Nessun allarmismo, da parte della popolazione - specifica ancora il primo cittadino - Le persone sono a conoscenza del procedimento. Né c’è stata mai la necessità di tacere alcunché, perché Ispra-1 non ha mai prodotto energia ma è stato utilizzato esclusivamente a scopo di sperimentazione. E questo, quindi, è un passaggio amministrativo e basta, non c’è nulla di nuovo».
E i sarcofagi di cemento che conterranno i pezzi radioattivi, viene ribadito per sfatare ogni dubbio, riceveranno solo il materiale dell’Ispra -1. «Con procedure di massima sicurezza - conclude Senaldi - La Sogin, un’eccellenza italiana, è una garanzia anche a livello internazionale».
© Riproduzione Riservata