RECIDIVO
Jerago, lo stalker ci ricasca: arrestato
Torinese ignora il divieto di avvicinamento alla casa della ex, bloccato dai carabinieri e processato per direttissima

Arrestato nel 2020 per stalking, condannato lo scorso febbraio per lo stesso reato, altre due denunce recenti per atti persecutori contro altrettante vittime e un divieto di avvicinamento, notificato a fine novembre, all’ennesima ex che aveva deciso di allontanarlo. E proprio per quest’ultima trentaquattrenne domenica mattina è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Albizzate.
Ieri pomeriggio il processo per direttissima: il giudice ha convalidato solo per la violazione dell’ordinanza restrittiva, dunque ha rimesso il piemontese in libertà con il divieto di dimora in provincia di Varese.
Dopo qualche giorno di quiete, in cui pareva che il quarantunenne avesse compreso di non poter più tormentare la jeraghese, nel weekend è tornato alla carica con prepotenza. I due si erano conosciuti a settembre attraverso un social dedicato agli incontri bollenti. Ma subito decisero di andare a vivere insieme a Grugliasco, in provincia di Torino. Dopo qualche mese la donna si è resa conto delle manie ossessive dell’indagato e ha fatto ritorno a casa dei genitori. Lui ha iniziato a tempestarla di messaggi minacciosi, ai quali la vittima talvolta rispondeva per paura di ritorsioni. Di riprenderselo però non aveva alcuna intenzione e il quarantunenne, per vendetta, era arrivato a diffondere alcune immagini intime che si erano scambiati durante la relazione. La trentaquattrenne lo ha quindi denunciato. Nel fine settimana se lo è però trovato più volte al portone, ripetute le chiamate ai carabinieri, ma quando la pattuglia arrivava lo stalker si era già dileguato. All’alba di domenica l’uomo ha scavalcato il cancello dell’abitazione e si è messo a picchiare pugni contro la porta d’ingresso. Al padre della jeraghese ha mimato il gesto della cravatta colombiana gridandogli «ti uccido, ti sgozzo». I militari sono giunti in tempo per sorprenderlo a meno di 500 metri di distanza dalla vittima e lo hanno portato in cella. La procura valuterà la richiesta di aggravamento della misura cautelare.
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