LA FABBRICA
Franco Tosi, addio a Legnano
Respinta l’ultima offerta di Presezzi per acquisire le aree. Trasferimento in Brianza

«Adesso noi ci tiriamo indietro. Ci aspettavamo di andare tutti insieme su una strada, mentre il commissario Lolli ne aveva imboccata un’altra. Il tempo dell’attesa è finito: i giochi li ha fatti lui». È la reazione di Barbara Di Febo Presezzi, proprietaria della nuova Franco Tosi Meccanica, dopo aver saputo l’altro ieri che l’offerta di 3 milioni di euro per l’acquisto dei terreni (70mila metri quadrati, di cui 58mila coperti) su cui l’attività aziendale è insediata dal 2015 è stata giudicata non congrua.
Un esito che, anche se la proprietà continua a mantenere un comprensibile riserbo sull’ultima parola, significa una cosa sola: la Franco Tosi, con i tempi tecnici indispensabili all’operazione, se ne andrà da Legnano verso Burago Molgora.
C’è un aspetto della vicenda cominciata tre anni or sono che fa perdere letteralmente le staffe alla proprietà: l’assenza di attenzione per l’attività industriale.
«Dopo due mesi dalla scadenza della nostra offerta di 3 milioni, concordata alla presenza di Lolli davanti al sindaco di Legnano Fratus e in sede ministeriale, abbiamo appreso, e soltanto dietro nostra insistenza, che questa è stata respinta» continua Di Febo: «Abbiamo fatto incontri per concordare una soluzione che potesse essere nell’interesse di tutti: devo concludere, alla luce del risultato, che abbiamo perso del tempo. Paghiamo un affitto di un milione all’anno; siamo un’azienda, e ciò significa che di professione facciamo impresa, non beneficenza. Perché se decidessimo di farla, la destineremmo a chi ne ha bisogno».
Sulle dinamiche della trattativa, Barbara Presezzi ebbe modo di esprimere perplessità poco meno di un anno fa, quando la storia infinita dell’azienda di piazza Monumento arrivò sul tavolo del Ministero dello Sviluppo economico.
«L’incontro è stato incentrato sulla parte urbanistica dell’area e del Masterplan; si è parlato poco di industria e delle necessità della Tosi».
Presezzi disse queste parole traguardando la scadenza del 30 settembre, quella dell’offerta d’acquisto delle aree per cui aveva messo sul piatto 1,3 milioni.
L’offerta fu giudicata non congrua dal comitato di sorveglianza: troppo ampia la forbice con la perizia in mano ai creditori, che stimava in oltre 8 milioni il valore delle aree.
Poi, a inizio 2018, la partita pare riaprirsi: Lolli, nel giorno della commemorazione dei deportati a Mauthausen, dichiara la disponibilità a fare significativi passi in avanti, ergo ridiscutere il perimetro della fabbrica o venirsi incontro sul prezzo, precisando che il primo passo, comunque, sarebbe stato rimettersi al tavolo.
Condizione necessaria ma non sufficiente discutere, perché poi ogni offerta è vagliata dal comitato di sorveglianza alla luce delle perizie.
«Il comitato ha giudicato non congrua l’offerta, a fronte di una perizia di 8 milioni di euro, e deciso di commissionare una nuova perizia sulle aree che sarà pronta fra una settimana» riferisce il commissario straordinario Andrea Lolli. Questa perizia confronterà le perizie sin qui prodotte dando una stima aggiornata. E sulla base della nuova perizia emetteremo un bando».
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