LA PELLICOLA
La giovane regista incantata dal lago di Comabbio
Girato nel Varesotto il cortometraggio “Eva” di Vittoria Florio, tesi di laurea da regista. Con Ginevra Colonna

«Mi serviva un posto che potesse restituire al meglio la complessità e la fragilità della storia che avevo in mente e sin dall’inizio ho pensato al lago. Volevo però evitare i soliti noti, i più frequentati anche dal cinema. Così, partita da Milano, dove abito, ho fatto un po’ di sopralluoghi, fino a quando mi sono trovata, quasi per caso, sulla spiaggia di Comabbio. È stato amore a prima vista».
Il cinema di Vittoria Florio parte da qui. Studentessa al terzo anno del corso di cinema della Naba, la Nuova Accademia di Belle Arti, sta girando da noi il cortometraggio di tesi. Un debutto, quello della ventiduenne regista di Dolo - centro della Riviera del Brenta, a venti chilometri da Venezia - che sembra destinato ad andare oltre la dimensione dell’atto conclusivo di un peraltro importante percorso di studi. Eva - questo il titolo - è interessante sin dal soggetto.
In tempi in cui c’è chi gira e posta video per fare volutamente male, lei offre un racconto totalmente diverso. Una scelta?
«L’intento era quello di realizzare un progetto molto personale e il più possibile significativo. Ambientato nei primi anni Duemila, di genere drammatico, il cortometraggio ha come protagonista una bambina di otto anni. Durante una vacanza al lago, Eva riprende non intenzionalmente con la sua videocamera Vhs un gesto ambiguo tra il padre e la zia, sorella della madre. Pur non comprendendo appieno il motivo, rimane turbata. E lo sarà ancora di più dopo che quelle immagini verranno viste in famiglia».
Una crisi di coppia non voluta?
«Impossibile per lei ipotizzare le conseguenze, che non riguardano solo i genitori. Il padre se ne va con la zia e il cugino e Eva rimane con la madre, Marta, e la sorella maggiore, Nora, che le attribuisce la responsabilità di quanto accaduto, alimentando e ingigantendo un senso di colpa già latente. Questo il cuore della vicenda, in particolare mi premeva esplorare in modo intimo e delicato il vissuto emotivo di una bimba costretta a interrogarsi, cercare di comprendere e rimediare».
Possiamo definire il lago coprotagonista?
«Senza alcun dubbio. L’atmosfera silenziosa, la luce morbida e la semplice autenticità del paesaggio offrono qualcosa di magico, sospeso: il luogo ideale per creare i momenti felici della famiglia filmati da Eva prima del drammatico stappo».
Unico set la spiaggia di Comabbio?
«No, nella settimana di riprese, le scene principali sono in interni. Avevo bisogno di un appartamento in zona, l’ho trovato, caldo, vissuto e vero proprio come la cercavo, a Villa dei Laghi. Decisiva la disponibilità della padrona di casa, la signora Giulia».
Ha affidato la parte della madre a Ginevra Colonna, interprete chiamata e apprezzata anche da registi quali Marco Bellocchio, Paolo Virzì, Claudio Caligari e Gabriele Muccino.
«Sì, sono contenta che abbia accettato. Ho posto molta cura nella scelta del cast, consapevole della necessità di coinvolgere attrici capaci di rendere i legami e le dinamiche non semplici di questa famiglia. Accanto a Ginevra, mi permetto di segnalare due esordienti molto promettenti: Eleonora Sanavio è Eva, Martina Fanfani la sorella Nora».
La presenza di Ginevra Colonna (al centro nella foto Blitz) è davvero di rilievo.
Volto noto del piccolo e grande schermo, ha dato il suo contributo a serie tv come Distretto di Polizia, Carabinieri, Don Matteo e Il bello delle donne. Tra i film più fortunati Ovosodo, Ecco fatto e L’odore della notte e tra le prove più recenti, Enea, di Pietro Castellitto.
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