L’INTERVISTA
«La Liuc? Cuore pulsante dell’innovazione»
Anna Gervasoni, «chiamatemi rettore». L’università, le passioni, la finanza dal volto umano. La sfida insieme al Mill

Due figli grandi, una gestione familiare più semplice (come ovvio) rispetto a qualche anno fa, e una passione per la finanza dal volto umano che la caratterizza sin dall’inizio dei suoi studi, quando si diplomò al Classico. La prof (di Economia e Gestione delle Imprese) Anna Gervasoni ha preso in mano la Liuc dall’inizio di novembre, raccogliendo «in assoluta continuità» il testimone che le ha passato Federico Visconti, per quasi dieci anni al timone dell’università castellanzese, croce e delizia degli industriali della provincia di Varese, un’invenzione nata più di trent’anni fa nella mente di un gruppo ristretto di imprenditori del territorio tra cui spiccava Flavio Sottrici e diventata una importante realtà dentro un contesto nazionale e internazionale che Gervasoni vuole sviluppare.
Prima domanda d’obbligo - banale e scontata - rettore o rettrice?
«Preferisco mi chiamiate rettore. È un termine più bello che denota un ruolo, anche perché non sono stata scelta in quanto donna ma a prescindere da questo. E sono contenta che sempre più donne siano alla guida delle università italiane perché si tratta di bravissime professioniste».
Chi è, allora, Anna Gervasoni?
«Insegno alla Liuc da quando è nata, oltre a dedicarmi ai master e ai centri di ricerca. Qui ho fatto i passi più importanti della mia carriera universitaria. Ho la delega all’internazionalizzazione. Sono stata pro rettore. Adesso ridurrò le mie ore di cattedra e sono tranquilla perché ho allevato una validissima squadra di collaboratori. Mi occupo di private equity tramite la società Aifi (associazione italiana private equity, venture capital e private debt, ndr) dove sono direttrice. In seguito alla nomina di rettore ho riorganizzato l’attività per delegare a una vice. Su di me posso dire che vengo da una famiglia con forte dna imprenditoriale, con mio padre e uno zio imprenditori. Attenzione, però, perché ho anche altre passioni. L’insegnamento è una. Mi è sempre piaciuto insegnare per il rapporto che si crea con gli allievi. Poi mi piace scrivere e fare ricerca. Ho un altro zio giornalista e non le nascondo che sono molto interessata a questo mondo».
L’intervista completa sulla Prealpina in edicola e sui supporti digitali oggi, martedì 5 novembre.
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