IL LUTTO
«Studiava, progettava e sapeva parlare con tutti»
La moglie Lella ricorda Alfredo Ambrosetti: «Ci ha uniti l’amore. Il nostro segreto? Il rispetto»

«Mio marito non ha mai smesso di studiare e fare progetti, fino all’ultimo è rimasto attivo, vigile, pieno di interessi, tanto è vero che aveva già preparato la riunione del lunedì della nostra Associazione per il progresso del Paese. Sapere che non ha sofferto e se ne è andato serenamente, accanto a noi, è una grande consolazione». Con dolore, pacatezza e disponibilità, Lella Ambrosetti, accanto ai figli Chiara e Antonio, accoglie amici e collaboratori che da ieri pomeriggio arrivano per salutare Alfredo Ambrosetti, mancato sabato all’età di 94 anni.
L’AFFETTO CORALE
La camera ardente della casa funeraria Sant’Ambrogio Campo dei Fiori di Renzo Oldani è un punto di raccolta per quanti hanno conosciuto e stimato il dottore e vogliono dirgli addio, fra una lacrima, una preghiera, una testimonianza da lasciare sul libro delle condoglianze. I familiari hanno una parola buona per tutti, dai vicini ai collaboratori alle autorità. «Solo il giorno prima Alfredo aveva voluto lavorare a un progetto e si era attivato per il consueto incontro online - racconta ancora la moglie Lella -. Non amava perdere tempo: questo era il suo metodo. Ridendo, raccontava spesso da dove aveva avuto origine: suo papà Antonio aveva fondato la Tre Valli Varesine, una corsa ciclistica ora famosissima, ma allora sconosciuta. E mio marito, giovanissimo, veniva inviato dal padre a convincere gli atleti e soprattutto le loro famiglie a partecipare. Così imparò a interagire con le persone, a convincerle, a conquistare la loro fiducia». Una fiducia ben riposta, a giudicare dalla brillante carriera maturata fra Stati Uniti e Italia, fin dal 1965 con la creazione dello Studio Ambrosetti a Milano. Una fucina di idee innovative per quei tempi: i patti di famiglia per far progredire le aziende nel passaggio generazionale e la formazione permanente, incarnata anche dalla sua voglia di continuare a imparare nell’età del riposo, anche quando erano lontane le luci della ribalta dei Forum di Cernobbio fra Capi di Stato e big della politica. «Lui sapeva parlare con tutti, dalla persona più umile al Premio Nobel - ricorda la moglie con un sorriso -. Sapeva spiegare temi elevati e renderli comprensibili. Era il suo carattere, andava d’accordo con tutti. Siamo stati fortunati: ci ha uniti l’amore, siamo stati sposati per 55 anni e lui diceva sempre che non erano sufficienti. Erano ancora troppo pochi. Il nostro segreto? Forse il rispetto: mai una parola sopra le righe».
NUCLEO UNITO
Famiglia e lavoro si sono sempre fusi in un mix vincente: lo dimostra l’album dei ricordi dei Forum a Villa d’Este, organizzati fino al 2009 nel momento della cessione dell’attività (ora quell’avventura continua con The European House Ambrosetti). Accanto a Gorbaciov o Rania di Giordania, c’erano Lella e i figli, col sorriso della serenità, di chi non sacrifica gli affetti per la carriera ma li fa convivere. Piero Angela o Rita Levi Montalcini erano ospiti nella casa di Casbeno e molte personalità, dopo i summit sul Lario, trascorrevano qualche giorno a Varese, fra una gita sui nostri laghi o una passeggiata al Sacro Monte. Uno stile di vita più che un mestiere.
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