VALTRAVAGLIA
La notte di sesso a tre finisce a badilate
L’approccio sul web, poi l’incontro e la rapina

Pubblicò su un sito di annunci un’inserzione per trovare una coppia che, come lui, avesse voglia di passare una notte di sesso senza inibizioni. Meglio se un uomo e una donna amanti dei sex toys, «magari con lui bisex». All’avviso risposero due conviventi, di 37 anni, che una settimana più tardi varcarono la soglia dell’abitazione del 58enne, in un paese della Valtravaglia. Dopo i convenevoli e qualche bicchiere di vino, quella sera di aprile 2019 il trio si trasferì in camera da letto per dare sfogo alle loro fantasie. Ma al momento di andarsene, la mattina dopo, l’ospite prese a badilate il padrone di casa. Il motivo? «Mi ha urlato “Dammi 500 euro”, io gliene ho dati 300 perché se ne andassero», ha raccontato in Tribunale la vittima di quella che la Procura di Varese ha qualificato come una rapina (con l’aggiunta delle lesioni personali).
Accusa che l’imputato, difeso dall’avvocato Elisa Tancredi, ha sempre respinto, ammettendo sì di aver colpito l’altro con una pala ma non per derubarlo. «Non gli ho mai chiesto soldi», furono le sue parole davanti al gip che non convalidò il fermo. Potrà raccontare la sua versione nella prossima udienza del processo davanti al giudice Luciano Luccarelli, il 13 febbraio 2023, quando sarà ascoltata anche la sua compagna. Poi la sentenza.
Rispondendo alle domande del pm Davide Toscani, la parte offesa non ha fatto mistero dell’obiettivo del suo annuncio. Ricostruendo con dovizia di particolari quella notte a luci rosse conclusasi con una corsa al Pronto soccorso e la frattura dell’omero sinistro: «La ragazza mi ha inviato una email. Ci siamo accordati per incontrarci a casa mia - mia moglie non c’era - e io sono andato a prenderli a Lavena Ponte Tresa». Un rapporto «consensuale, non a pagamento - ha precisato - Non mi sono stati chiesti soldi; lui li ha rubati dopo». Un rapporto che - ha riferito - ha però preso una piega diversa da quella che si immaginava: «Non mi piaceva il modo in cui lui si poneva con lei. Era aggressivo, violento». Il fidanzato della donna non si limitava ad assistere all’amplesso, masturbandosi, ma «le dava ordini, sberle, la strattonava. L’ho detto alla ragazza, “Mi dispiace che tu venga maltrattata”; per quello ho rifiutato la loro proposta di rivederci il pomeriggio successivo. Non era nelle mie corde». Al momento di tornare a prendere l’auto, però, l’epilogo inatteso: «Eravamo sulle scale, l’ho sentita gridare “No!” e ho fatto giusto in tempo a girarmi e proteggermi con le braccia dall’aggressione dell’imputato. Poi sono caduto a terra. Ho preso otto o nove badilate. Alla fine sono riuscito a strappargli la pala e a gettarla oltre la recinzione. Non so perché l’abbia fatto, magari se l’è presa perché mi ero lamentato del suo atteggiamento».
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