LA MOSTRA
La Scala celebra il “suo” Zeffirelli
Da domani nel museo del teatro una retrospettiva sull’attività del grande regista fiorentino di cui a febbraio ricorrerà il centenario

Gioca d’anticipo il Teatro alla Scala per ricordare il maestro Franco Zeffirelli.
Il centenario della nascita del grande regista fiorentino cadrà infatti il prossimo 12 febbraio, ma il tempio della lirica milanese ha deciso di far partire le celebrazioni nella giornata di domani, martedì 8 novembre, ospitando nelle sale del Museo Teatrale la mostra dal titolo “Franco Zeffirelli - Gli anni alla Scala”.
Curata da Vittoria Crespi Morbio, la mostra, che resterà aperta fino al 31 agosto 2023, ripercorre attraverso bozzetti, figurini, fotografie e costumi l’intenso quanto proficuo cammino scaligero di Zeffirelli, che ha dedicato la sua vita allo spettacolo, tra opera, cinema e teatro.
Il melodramma italiano, baricentro della sua produzione, ha visto proprio alla Scala alcuni degli esiti più importanti, dal “Turco in Italia” con l’amatissima Maria Callas alla storica “Bohème”, nata con la direzione di Herbert Von Karajan e che ha girato il mondo intero, all’Otello inaugurale del 1976, diretto da Carlos Kleiber, per la prima volta in diretta tv.
Zeffirelli ha coltivato «un’idea del melodramma come teatro di tutti e per tutti, non giardino chiuso di un’élite, ma espressione di un immaginario popolare», ha spiegato ieri la curatrice. A farle eco il sovrintendente Dominique Meyer: «L’attività di Franco Zeffirelli alla Scala ha lasciato un segno vivo nella storia e nell’identità stessa del Teatro; i suoi spettacoli sono ancora nel cuore e nella mente di tutti coloro che entrano nella sala del Piermarini, paradossalmente anche di chi non li ha mai visti. Fare parte dei miti della Scala significa proprio questo: oggi non sono in molti ad aver visto dirigere Arturo Toscanini, eppure la sua presenza si percepisce ancora».
Ad arricchire il percorso espositivo un documentario realizzato da Francesca Molteni che racconta il regista tra l’opera e lo schermo, attraverso le testimonianze degli artisti che hanno lavorato con lui, come Plácido Domingo e Riccardo Chailly, direttore musicale del Teatro alla Scala, e dei colleghi Mario Martone e Davide Livermore che, con linguaggi diversi, alternano cinema, teatro e opera.
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