LO SPETTACOLO
La Turandot emoziona Varese
Trionfa ai Giardini Estensi l’opera “originale” di Giacomo Puccini

La “Turandot” si è mossa su una passerella creata ad hoc e che, illuminata da lampade cinesi, attraversa la Fontana dei Giardini Estensi di Varese. E ha emozionato. Questa sera, venerdì 30 agosto, davanti a oltre trecento spettatori, l’opera ha rappresentato uno dei cuori pulsanti del Varese Estense Festival nell’omaggio per il centenario pucciniano. Trasportando Varese nella «Pechino, al tempo delle fiabe», come recita il frontespizio dell’opera di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni. Una scenografia che Serena Nardi, regista dell’opera prodotta per il festival e che del festival stesso è anche direttrice artistica, sottolinea come «creata integrata allo spazio naturale della Fontana dei Giardini Estensi, in un dialogo tra storia, scene, costumi con lo spazio scenico esistente per cui la Fontana diventa palcoscenico».
Una scelta in linea con quelle sempre messe in atto per le opere prodotte per il Varese Estense Festival, che con questa “Turandot” ha segnato anche il debutto dell’Orchestra Sinfonica Menotti, nata, spiega ancora Serena Nardi, «come orchestra del festival, composta anche da giovani talenti, e che sarà l’orchestra delle produzioni liriche di Giorni Dispari Teatro e inOpera Factory». Affiancata dal Coro dell’Opera di Parma, era diretta stasera da Stefano Giaroli. Con lui Serena Nardi ha deciso di proporre una “Turandot” che termina «esattamente dove è terminata la composizione di Puccini: alla morte di Liù». Il suicidio della giovane e fedele servitrice è infatti l’ultima scena a cui ha lavorato Puccini: la morte del compositore è stata contestuale a quella del personaggio che non esisteva nella fiaba originale di Carlo Gozzi da cui “Turandot” è tratta. Un personaggio, aggiunge Serena Nardi, «voluto fortemente da Puccini, forse consapevole di aver espresso compiutamente la sua anima e il suo cuore».
Un’emozione palpabile, quella attorno allo spettacolo ai Giardini Estensi, pressoché sold out, e che ha goduto anche del bis del “Nessun dorma” offerto da Diego Cavazzin, tenore di richiamo internazionale nato ad Angera: ha interpretato il principe ignoto Calaf, esibendosi al fianco di Renata Campanella come Turandot, Scilla Cristiano come Liù, Massimiliano Catellani come Timur e ancora Stefano Marchisio, Antonio Colamorea, Enrico Iviglia, Giacomo Gandaglia e Giulio Alessandro Bocchi.
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