IL ROADSHOW
«Ucraini e russi non potranno andare avanti all’infinito»
La guerra vista dal reporter Fausto Biloslavo intervenuto a Gallarate per la prima tappa di “Dentro al fuoco”
«Ucraini e russi non ce la fanno più, sanno che non potranno andare avanti all’infinito. Putin ha un disperato bisogno di conquistare tutto il Donbass per dire di aver vinto dopo il fallito obiettivo iniziale: un governo filorusso a Kiev. Per questo la Russia intensifica la guerra aerea». A raccontarlo al pubblico della sala Impero è Fausto Biloslavo, storico reporter di guerra de Il Giornale e Panorama. L’ambito: l’incontro Dentro al fuoco, prima tappa lombarda di tre roadshow organizzati dal premio giornalistico Almerigo Grilz (inviato di guerra ucciso in Mozambico nel 1987, recentemente ricordato nel film Albatross di Giulio Base) con Regione Lombardia, con un focus sui conflitti che insanguinano il mondo.
Una vittoria di Pirro
A intervistare il reporter Matteo Carnieletto, giornalista de La Verità, con interventi di Gianluca Favro dell’associazione Almerigo Grilz e Marco Colombo, presidente del consiglio comunale. Al centro del racconto il conflitto russo-ucraino: «Non vi sarà una Caporetto ucraina. Quella russa sarà una vittoria di Pirro, manca la conquista del 20-25% dell’oblast di Donetsk. Agli amici ucraini dico da tempo di puntare a un congelamento del conflitto con piccole concessioni: ora pure Zelensky lo ha capito. Non può esserci una pace giusta come vogliono i governanti europei: è impossibile. Serve il cessate il fuoco, una tregua solida. Ne guadagnerebbe l’Ucraina con la ricostruzione e il cammino verso l’Ue, tirando fiato e dicendo di non aver vinto ma resistito contro l’orso russo». Resistenza ucraina oggetto di ammirazione: «Nel 2022 i giovani mi dicevano: “Questa è la mia terra, ci immoleremo come i ragazzi di Budapest e Praga il secolo scorso”. Non immaginavo realizzassero qualcosa di simile. Arrivasse a Gallarate una colonna russa non so se faremmo discorsi simili».
IL RIARMO E IL MURO INVISIBILE
Incalzato da Canialetto, Biloslavo riflette poi sul riarmo europeo: «Europa e Occidente non sono più pronti al prezzo del sangue. Ha suscitato polemiche un mio articolo, riportavo un sondaggio del Censis, si domandava agli italiani: se il paese entra in guerra sei pronto ad arruolarti e magari morire? Ha risposto sì il 16%». E ancora: «Vi è un muro invisibile tra Est e Ovest, alto dieci volte quello di Berlino. È in atto una sfida globale contro il tentativo dell’Est di spostare l’asse geopolitico a suo favore. Una sfida che non so se vinceremo. Ed è vero che la democrazia mostra limiti, siamo infarciti di politicamente corretto e buonismo ma ha un valore fondamentale per cui va difesa: la libertà».
IL RICORDO DI GRILZ
Infine il ricordo di Grilz, caduto nella guerra civile in Mozambico. Biloslavo, che ne fu amico, ha partecipato al viaggio al termine del quale è stata apposta una targa in suo ricordo sotto l’albero dove fu ucciso e sepolto: «Voleva raccontare il lato oscuro dell’umanità. Assieme raccontammo le guerre dimenticate degli anni Ottanta. Su Almerigo c’è ancora acredine, si vuole che rimanga l’uomo nero perché militò nel MSI. Ma poi scelse un’altra strada. I mozambicani di entrambe le fazioni di allora lo hanno onorato per l’apposizione della targa: hanno dimostrato che tutte le guerre prima o poi finiscono e che si può voltare pagina».
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