IL DEGRADO
Lacuale con vista rifiuti
Bottiglie, lattine, cartoni e sacchetti gettati dal finestrino lungo la strada provinciale

Bottiglie di plastica e di vetro, lattine, cartoni del latte o del vino, imballaggi, ma anche solette per le scarpe e soprattutto una valanga di sacchetti pieni di spazzatura.
È questo il panorama che può ammirare quotidianamente chi percorre la Sp 1, la “lacuale”, nel tratto tra Gavirate e Varese.
Già, perché sul ciglio della strada ormai si trova di tutto, gettato a terra, mescolato tra i cespugli, o addirittura “appeso” agli alberi, poiché uno degli sport preferiti dagli incivili moderni sembra essere diventato quello di lanciare il pattume dal finestrino dell’auto in corsa.
Non solo gli avanzi della serata - una birra, una bibita, i resti del fast food - ma interi sacchetti colmi di immondizia, accuratamente chiusi e buttati nel prato o lungo la scarpata a lato della carreggiata.
L’esercito dei “barbari” non è composto solo da quelli che si liberano di divani, lavatrici o altri ingombranti lasciandoli nel bosco.
C’è anche chi si libera “illegalmente” di rifiuti più piccoli, meno evidenti, ma che messi insieme contribuiscono a deturpare l’ambiente.
Solo un paio di mesi fa i volontari del gruppo Strade Pulite hanno compiuto una delle loro missioni nel tratto tra Voltorre e Calcinate del Pesce, raccogliendo sporcizia di ogni tipo e liberando anche un canale che era pericolosamente ostruito dai rifiuti. Ma evidentemente non è bastato, perché la provinciale in molti punti è di nuovo una discarica.
I segni del passaggio degli incivili si notano su entrambi i lati della strada, a partire dal confine con Cocquio fino ad arrivare a Varese, anche se la situazione più disastrosa è quella sul versante a lago.
Ne sa qualcosa Damiano Marangoni, fondatore di Strade Pulite, che è partito dalla Valganna e dalla Valcuvia ma ora spazia per tutta la provincia e ormai può contare su un bel gruppo, motivato, di aiutanti, con cui dal 2015 a oggi ha effettuato un paio di “blitz” al mese.
Con bottini davvero impressionanti: «Ad esempio, in ciascuna delle ultime due giornate ecologiche (in Valganna e tra Mombello e Sangiano) ci siamo attestati sulla sessantina di sacchi raccolti». Sacchi che sono la fotografia dell’inciviltà del terzo millennio: «Troviamo soprattutto rifiuti buttati dal finestrino, ma non manca chi si ferma nelle piazzole ad abbandonare abusivamente i sacchi».
Mai nessuno è stato sorpreso in “flagranza di reato”? «Solo una volta, a Bregazzana, ho trovato una signora che stava per liberarsi di un sacchetto con scarti verdi, residui di giardinaggio. “Ma cosa fa?”, le ho chiesto. Ed è scappata».
Ma quello della donna in questione sarebbe stato comunque un peccato veniale rispetto a quelli di chi ha scelto la Sp 1 per liberarsi di prodotti tutt’altro che biodegradabili. Riempiendo di pattume anche le cunette stradali che dovrebbero garantire il deflusso delle acque in caso di forti piogge.
Rifiuti che spesso per lunghi periodi restano nascosti, coperti dalla vegetazione che viene tagliata una, due volte l’anno dagli addetti della Provincia.
Ma dopo lo sfalcio - a cui non segue, di norma, un’immediata pulizia delle aree verdi - le tracce dello scarso (o inesistente) senso civico vengono alla luce. Facendo emergere anche oggetti che sono lì da mesi, come la carta di un grande uovo di Pasqua che “colora” gli arbusti proprio all’ingresso di Varese, dopo il confine con Gavirate.
E non va certo meglio se dalla Provinciale ci si sposta sulla pista ciclopedonale che costeggia il lago: oltre ad alcuni pannelli didattici in legno abbattuti - probabilmente dai vandali - in almeno due punti (a Groppello e tra Gavirate e Bardello) in mezzo al verde spiccano sacchetti multicolori che di poetico hanno ben poco.
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