VIA MAGENTA
L’albergo fantasma fermo dal 2009
Finito da otto anni e mai aperto, i vandali unici clienti

Ormai è pronto da otto anni. Ma nessuno l’ha mai utilizzato, né si prevede che ciò accadrà a breve.
Era il 2009 quando il gruppo bergamasco Benigni edificò l’albergo di via Magenta che nasceva da un originario progetto di Aler, la quale aveva deciso di inserire la struttura ricettiva a poca distanza dalla stazione Nord, nel quadrilatero formato dalla stessa via Magenta con via Espinasse, via Pepe e la neo-intitolata via Aquile Randagie, circondandolo con dei palazzi ad edilizia convenzionata.
Il cantiere marciò piuttosto spedito, lo stabile fu completato, ma lo spunto per trovare un gestore che lo avviasse è stato bloccato sul nascere e in quegli spazi non è mai entrato un solo cliente. Ora la sensazione è che, dopo il fallimento che ha coinvolto la proprietà, ci vorranno anni prima che qualcosa si muova da quelle parti.
Adesso gli unici inquilini sono i vandali che, di tanto in tanto, si spingono nell’area (peraltro puntualmente recintata a ogni invasione, tanto che le devastazioni sono tutto sommato limitate dopo così tanto tempo di incuria) per realizzare graffiti, come quello enorme che ormai da tempo s’affaccia sulla strada, al punto che nessuno ci fa più caso.
Prima dei deturpatori, sono passati più volte i ladri, alla ricerca di rame e qualsiasi materiale o impianto da asportare e riutilizzare altrove. Ma ormai di cose da rubare non ce ne sono più da anni, anche perché l’hotel rimase al palo una volta allestita la parte muraria e non fu mai arredato. Ed è così che, un’opera discussa ma comunque attesa alla prova del mercato, non ha mai potuto giocarsi le proprie occasioni, finché un fallimento che indiscrezioni riferiscono come particolarmente complesso, non ha spento anche le ultime speranze.
Tre anni fa, a dire il vero, lo stabile fu oggetto di una valutazione da parte della KB srl, proprio la società che ha in gestione i profughi e che, dopo aver sondato il terreno per acquistare l’hotel e trasformarlo in un centro di accoglienza, preferì non perdere tempo e ripiego sul palazzo ex Enel che si trova a cinquanta metri di distanza da questa incompiuta. Ora anche il Comune ha intenzione di analizzare la situazione. «Noi non c’entriamo niente con questa vicenda e non abbiamo potere di far nulla - spiega il sindaco Emanuele Antonelli - ma è triste vedere un edificio di quel genere lasciato andare alla deriva. Proverò a capire a che punto sia l’iter per la sua messa all’asta, ma obiettivamente ho paura che ci vorranno anni prima che qualcosa possa sbloccarsi veramente».
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