IL CASO
«Lara, ci sposiamo ad Assisi»
Nella sentenza il ritratto dello stalker della Comi: sano di mente ma ossessionato

Magari un giorno mi spiegherai cos’è la cooperazione rafforzata»: Giovanni Bernardini seguiva il dibattito politico in televisione senza staccare gli occhi da Lara Comi. E mentre l’europarlamentare si confrontava con Pier Ferdinando Casini, lui le inviava messaggi di incoraggiamento.
«Vai forte, il fallito ha percepito la tua autorevolezza».
Un’ossessione quella che l’imputato nutriva per l’esponente di Forza Italia, per questo il tribunale lo ha condannato a dieci mesi di reclusione, aumentando di un mese la richiesta del pubblico ministero Fabio Portera.
Il giudice Valeria Recaneschi ha depositato le motivazioni della sentenza nei giorni scorsi.
A parere del magistrato «l’istruttoria dibattimentale non ha dimostrato in capo alla parte offesa una condizione psicofisica di stress tale da ritenere integrato uno stato patologica di ansia, in quanto Lara Comi stessa non ha riferito di aver avuto sintomi tipici di tale stato psicologico, quali insonnia, tachicardia, affanno, né di aver fatto ricorso a cure».
Ma il martellante invio di messaggi su messanger, anche usando il falso profilo di Andrea Corsini, l’escalation di manifestazioni d’amore e l’organizzazione delle nozze hanno comunque costretto la coordinatrice provinciale di Forza Italia ad alterare le sue abitudini di vita.
Il giudice fa l’elenco: il trasferimento del proprio domicilio, la disattivazione del numero di cellulare storico, le accortezze usate per evitare che Bernardini venisse a conoscenza dei suoi spostamenti.
Per il giudice questi condizionamenti bastano per considerare l’onorevole vittima del delitto di stalking.
Nelle motivazioni della sentenza vengono citati alcuni dei messaggi deliranti di Bernardini.
«Lascia stare Saronno, vieni a liberare Jesolo dai centri sociali», le scriveva.
«Dico il rosario, poi vado a nanna e penso a te». Sul falso profilo Facebook, Bernardini postava foto di Lara con commenti allusivi alle imminenti nozze. Un giorno addirittura l’europarlamentare si ritrovò taggata ad Assisi, nella chiesa di San Damiano.
«Ho parlato con don Cesare, proverò a parlare con un mio amico frate che è stato per anni a San Damiano, vediamo se riesco, ma temo di no», si legge in un altro messaggio che lascia pensare all’organizzazione del matrimonio in una location così esclusiva da richiedere una “raccomandazione”.
Affermazioni esilaranti, ma nel contempo allarmanti: «Sono disposto ad affrontare il carcere pur di affermare il mio amore, Gesù Cristo è morto per questo».
E il carcere l’imputato se l’è fatto perché non ha mai rispettato il divieto di avvicinamento disposto dal gip. E non ha smesso nemmeno dopo il patteggiamento di una prima pena.
Roba da chiedersi se Bernardini sia del tutto sano.
Un dubbio che il perito ha cancellato: «Non è possibile diagnosticare alcun disturbo di personalità, non ci sono disagi clinicamente significativi né sintomi psicopatologici o psicotici. Nemmeno un disturbo delirante erotomanico».
L’imputato ha dimostrato «una personalità narcisistica in quanto il tema centrale è quello dell’amore ideale, del matrimonio perfetto, della santità e della purezza».
L’avvocato Pierpaolo Alegiani ha già annunciato l’intenzione d’appellarsi.
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