L'ECOCASO
Laudadio-Nidoli: lo scontro
Cava Italinerti: visita di Striscia al gazebo dell'imprenditore. Che replica alle accuse
«Avete preso ben cento multe, questa cava è più che abusiva... Servirà un’inchiesta della magistratura per accertarlo».
L’attacco parte frontale. Ce n’è abbastanza per dare il via a una prossima puntata superpepata di Striscia la Notizia. Inizia più o meno con queste parole l’appuntamento che venerdì 12 ottobre l’inviato Max Laudadio aveva alla cava Italinerti.
Più volte da Milano era uscita la troupe per raccogliere le opinioni di ambientalisti e cittadini di Cantello: in tanti avevano espresso davanti alle telecamere la preoccupazione per i rischi relativi alle falde idriche e l’ambiente naturale nel quale la cava è inserita. Ora tocca ad Antonio Nidoli, il presidente della Italinerti, spiegare il suo punto di vista. Sulla vicenda delle multe comminate alla cava, Nidoli non esita a reagire. Il particolare risale agli anni in cui è avvenuto l’acquisto del sito di proprietà dei Coppa, da parte dei Nidoli, cioè alla fine degli anni Ottanta.
Laudadio riprende quanto era stato dichiarato dal messo comunale di Cantello di allora, Olivio Riva, che aveva sostenuto di aver elevato cento multe alla nuova proprietà della cava.
«In realtà la sanzione è stata una sola ed è del dicembre 1985 - replica Nidoli -. Il messo aveva visto una nostra ruspa che stava lavorando fuori dal sito e l’aveva multata. La verità è che stava ripulendo i canali di scolo, non stava cavando proprio nulla».
Nidoli ribatte anche alla tesi dell’abusivismo.
«Noi abbiamo acquistato un’attività che ai tempi dei Coppa non era regolare, e ne abbiamo pagato le conseguenze ». E mostra il documento.
A questo punto si apre una discussione su come l’abbia ottenuto.
«In Comune», risponde lui semplicemente.
La mezz’ora che Laudadio trascorre alla cava, accompagnato dal cameraman e dalla capufficio stampa, non è però incentrata solo sul tema ambientalista.
Ha letto le carte riguardanti la vicenda, l’inviato, ha approfondito evidentemente il piatto forte, quello dello stralcio dell’Italinerti dal piano cave, deciso il 25 settembre scorso dal Consiglio regionale (41 voti favorevoli allo stralcio, due contrari e due astenuti, con gli esponenti del Pdl che abbandonarono l’aula al momento del voto).
E così l’inviato sa bene che Raffaele Cattaneo, esponente di punta del Pdl nonchè assessore alle infrastrutture, ma presente in aula nelle vesti di consigliere regionale, in quell’occasione aveva preso la parola invitando a «non inseguire la deriva propagandistica di un facile consenso».
«Lo conosce?», Laudadio incalza Nidoli.
La risposta è affermativa: «Sì, certo, e come lui altri consiglieri di sinistra e di centro».
Laudadio: «Cattaneo è il vicepresidente della Fondazione della sua famiglia. Allora lei gli ha dato dei soldi per la campagna elettorale?».
Un’accusa che fa letteralmente saltare la mosca al naso a Nidoli, non solo per l’accenno ai finanziamenti, ma soprattutto perchè è stato toccato un tema caro al cuore della famiglia, che aveva istituito quella onlus dedicata alle adozioni per ricordare Patrizia Nidoli, cugina di Antonio, scomparsa a 35 anni in un incidente stradale. Secca la replica: «Non ho dato soldi nè a Cattaneo nè ad altri».
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