TRIBUNALE
«Siamo fidanzati». E l’anziana gli “regala” 8mila euro
Cinquantenne a processo per circonvenzione d’incapace nega le accuse. La vicenda a Lavena Ponte Tresa

Avrebbe approfittato delle condizioni di fragilità di una anziana e, facendole credere di essere fidanzati, si sarebbe fatto consegnare quasi diecimila euro che gli sarebbero serviti per aprire una nuova attività. Per questo un cittadino marocchino di 50 anni è a processo per circonvenzione di incapace. Un’accusa che l’immigrato (difeso dall’avvocato Maria Elena Campi) respinge, negando di aver raggirato la pensionata con la quale collaborava come giardiniere e tuttofare e alla quale avrebbe semplicemente chiesto un prestito.
LA TESTIMONIANZA
Nell’udienza di ieri, luneì 30 settembre, davanti al giudice Luciano Luccarelli è stata ascoltata come testimone l’amministratore di sostegno della 84enne. Una figura che viene nominata per quelle persone che, per effetto di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. «So che c’era questo marocchino che andava a casa sua a fare lavori di giardinaggio - ha raccontato l’avvocato Elisa Corsi - e lei gli faceva elargizioni di denaro». A far partire le indagini, nel 2020, fu la denuncia della figlia della anziana. Si arrivò così alla nomina dell’amministratore di sostegno «perché la signora, definita da una perizia “un soggetto fragile”, non aveva contezza del denaro e lui se ne approfittava».
LA “DONAZIONE”
Nel mirino è finita una “donazione” di circa 8.000 euro. E a chi le chiese conto di quelle uscite la donna diceva che l’immigrato «le faceva pena» e che quindi quei soldi «glieli aveva dati per beneficenza, per spirito caritatevole». Un’anziana che appariva «un po’ sottomessa a quell’uomo e che non voleva neppure denunciarlo»; non è un caso che non si sia costituita parte civile nel procedimento penale. «Non so se lui facesse effettivamente lavori di giardinaggio - ha continuato la testimone - Ma in seguito ha firmato un riconoscimento di debito per la restituzione della somma, che però non è avvenuta». Il processo proseguirà a marzo 2025 con la discussione e la sentenza.
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