IL VERDETTO
Annullata la confisca di whisky
La Cassazione ha accolto il ricorso della difesa: i beni erano di 7 milioni

È una svolta fondamentale quella che la Cassazione ha dato all’indagine che ha coinvolto l’ex dirigente di banca Giulio Conti.
I giudici di terzo grado hanno annullato la confisca dei suoi tesori, stimati in oltre 7 milioni di euro, accogliendo così il ricorso presentato dall’avvocato Corrado Viazzo che ha fondato i suoi motivi su tre assunti di base.
Il primo: il settantacinquenne non ha mai incassato una condanna. La presunta pericolosità generale che spinse la procura a chiedere la misura di prevenzione patrimoniale poggiava su un processo di Como dal quale l’uomo uscì assolto.
E, tra l’altro, il parere della Grande Chambre della Corte europea che due anni fa condannò l’Italia proprio per l’applicazione del provvedimento pur senza elementi reali e concreti a cui ancorarlo.
Si torna quindi in appello per ridiscutere e rivedere tutta la vicenda. Per ora quindi resta incerto il futuro delle incredibili collezioni su cui la guardia di finanza di Luino mise i sigilli.
Per esempio 20mila bottiglie di whisky, tra le quali alcune risalenti a metà del 1800 e raccolte nel corso di quarant’anni. La famosa zanna di mammut che, quando scattarono i sequestri, fece tanto scalpore, 250 reperti paleontologici, lingottini d’oro e d’argento.
A parere della procura di Varese quegli oggetti pregiatissimi e ricercati sarebbero frutto di attività illecite, tanto che all’esordio dell’inchiesta il pubblico ministero aveva chiesto anche la misura personale di prevenzione, ossia cinque anni di obbligo di presentazione alla pg. Venne rigettata, come del resto non venne accolta neppure la confisca di alcuni immobili, di una serie di accendini Zippo rarissimi e risalenti agli anni Trenta e Quaranta e addirittura l’auto con cui Gianni Agnelli si presentò alle nozze con Marella Caracciolo.
«Non è possibile procedere con una confisca motivata da pericolosità generica, senza neppure una multa a carico del mio assistito. Che è del tutto incensurato, bisogna ricordarlo», commenta l’avvocato Viazzo.
Non è un risultato così scontato in Cassazione, oltretutto in un’udienza non partecipata, ossia in cui possono comparire solo il procuratore generale e i giudici.
«Credo sia uno dei primi casi in cui la suprema corte si esprime sui beni mobili», riflette l’avvocato. E aggiunge: «L’incredibile collezione di whisky risale a molto tempo prima delle indagini durate tre anni, quindi non poteva neppure sussistere la contemporaneità degli accertamenti con i presunti frutti illeciti di altre attività».
Entro un mese gli ermellini depositeranno le motivazioni della decisione, e quindi la difesa potrà giocare le sue prossime carte.
In conclusione: «Siamo pronti a ripartire da capo».
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