INCIVILI
Casere, la discarica nel bosco
Nell’area montana di Laveno la spazzatura è abbandonata sui sentieri
Rifiuti ovunque, abbandonati nei boschi o a lato delle mulattiere oppure sui sentieri da incivili che non hanno nessuna considerazione per l'ambiente. Capita da qualche tempo sempre più spesso alla frazione montana lavenese di Casere, dove si lamentano anche ritardi da parte del Comune nella raccolta dei rifiuti.
Puntualmente, tutto finisce documentato sui social network, da parte di cittadini indignati per l'inciviltà. Sull’argomento interviene anche il consigliere comunale e capogruppo della lista civica di minoranza Giuliano Besana, invitando le autorità a intervenire: lo stato di degrado di alcuni angoli di Casere lo impone. E al più presto. Tra i commenti apparsi sui social, c’è chi invoca la tolleranza zero contro gli incivili (nella speranza che vengano individuati), persone che hanno scambiato i boschi per discariche.
Altri poi sottolineano i danni causati dagli animali selvatici che frugano fra i rifiuti, anche più a valle, nei pressi del ristorante Gigliola, dove i vandali si disfano di quanto non serve più, tra cui mobiletti di cucina rotti, arredi e suppellettili da gettare, immondizia, «costringendo altri a pulire».
Il titolare del ristorante, Alessandro Papini, sottolinea anche che se non si portano via i sacchi, «i cassonetti si riempiono, alcuni mettono i sacchi nuovi sopra al cassonetto e gli animali di notte finisce che li devastano». Con il risultato che la spazzatura si diffonde. E neanche fare le pulizie per proprio conto sembra corretto, «visto che spendiamo più di 4.000 euro annui per il ritiro: il minimo che si pretende è che si effettui un servizio preciso». La spazzatura viene esposta all’esterno il lunedì sera nei bidoni dotati di microchip. «Ma quando i turisti salgono dalla mulattiera subito si para loro davanti questa “cartolina di benvenuto” e poi lo dicono a noi come se la responsabilità fosse nostra», dice desolato il titolare.
Così più volte, proprio per evitare lo scempio, si pulisce, «anche se proprio non ci toccherebbe». E naturalmente subito dopo partono le telefonate in Comune a Laveno per protestare.
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