L’INDAGINE
Gambizzato: è un cuoco. Motivo: mistero
Non ancora estratto il proiettile al trentottenne ferito sul lungolago che per adesso sceglie il silenzio
È ancora poco chiaro quanto sia accaduto verso l’una e trenta di notte di domenica 7 aprile sul lungolago di Laveno Mombello: di certo c’è che un uomo di 38 anni, residente nel Luinese e di professione cuoco in Canton Ticino, è ora ricoverato in ospedale a Varese.
Il trentottenne è stato colpito da un proiettile (per ora non estratto dall’arto) sparatogli a una coscia. Ricoverato prima all’ospedale di Cittiglio e poi al “Circolo” di Varese, l’uomo è stato operato in quest’ultimo ospedale per la frattura di una femore. Ma come e perché e soprattutto chi gli abbia sparato, restano tutt’ora un mistero, nonostante le immediate indagini a cura dei carabinieri della Compagnia di Luino.
Il ferito non ha saputo (o voluto) raccontare i dettagli di una vicenda che per ora è ricca solo di una serie di domande senza risposta.
Le indagini a cura del Nucleo operativo luinese non tralasciano alcuna pista, anche se un significativo impulso potrebbe venire dai sistemi in grado di leggere le targhe, in funzione nel basso lavenese e in Valcuvia.
A portare l’uomo all’ospedale pare sia stata una donna, sentita dai militari così come anche altri testimoni, in quello che per ora resta un giallo.
Anche le telecamere di videosorveglianza potranno dare una mano agli investigatori, senza tralasciare gli spostamenti delle auto da e per le frontiere con la Svizzera, paese in cui l’uomo, che è spostato e con figli, svolgeva la sua attività lavorativa.
Nelle prossime ore i militari acquisiranno anche altri dettagli utili alle indagini, nella speranza che il cuoco, ancora confuso dopo essere stato sottoposto a intervento chirurgico, possa collaborare.
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