BANDO DA VINCERE
Laveno, la rinascita del Forte
Il Comune chiede fondi per il restauro del Castello

Il Comune chiede aiuto alla Fondazione Cariplo per restaurare il Forte Castello a Laveno Mombello. L'amministrazione Santagostino ha infatti formalizzato la richiesta di contributo nell’ambito del bando "SOS Patrimonio", che concede un massimo di 150.000 euro, finanziando fino al 75% dei costi previsti. E il progetto di fattibilità tecnica ed economica "Restauro e risanamento conservativo del Forte Castello", elaborato dal settore Lavori Pubblici e approvato dalla giunta comunale, prevede una spesa complessiva di 160.000 euro.
Del resto, la strada da seguire per il rilancio turistico della cittadina rivierasca appare chiaramente tracciata nelle "Linee programmatiche per azioni e progetti 2020-2025" varate in Consiglio comunale. L'obiettivo, si legge, è «far sì che Laveno Mombello rinasca quale luogo nel quale è piacevole vivere attivamente, trascorrere dei momenti da turista godendo delle bellezze della natura, dell’architettura, dell’arte e dell’offerta culturale, dell’attività sportiva e dello svago». Tra le strategie per centrare il bersaglio, c'è anche quella di «individuare fonti di finanziamento per il recupero strutturale e conservativo del Forte Castello, coerentemente con il suo utilizzo per manifestazioni di carattere storico». Nel programma, inoltre, c'è la «riqualificazione a fini turistici del Parco Castello» che circonda il Forte. Un complesso che svetta sull’omonimo monte e che è l’unica delle opere del sistema fortificato di difesa realizzato dagli austriaci a metà Ottocento ad essere di proprietà pubblica e a non essere stata «distrutta o trasformata con radicale cambio di destinazione d’uso». Formalmente il Forte, edificato su ruderi medievali, è diventato parte integrante di un parco pubblico, ma l’interno non può essere visitato: le due entrate che ne permettevano l’accesso sono state bloccate da cancelli in ferro, proprio per evitare danni a cose o persone. Inoltre - come precisa la delibera di giunta - «l’incuria ha fatto sì che vegetazione ed agenti atmosferici abbiano provocato danni di varia entità alla struttura tanto da ritenere necessaria un’opera di restauro e consolidamento che permetta la riapertura del ridotto e della torre commemorativa».
La relazione tecnica spiega che l'obiettivo è, appunto, «mettere in sicurezza l'area ed aprire al pubblico la zona entro le mura rendendo accessibile, con opportuna organizzazione, la visita alla torre più alta, da dove si godrebbe di un'invidiabile vista sul paese e sul golfo lavenese. Purtroppo oggi l'intera struttura è in stato di abbandono. La torre più alta contiene tre solette ai vari piani ai quali si accedeva tramite una scala a chiocciola in ferro oggi molto ammalorata». Il ridotto ha bisogno di un consolidamento strutturale e di un restauro - se non della sostituzione - della scala. Le mura, inoltre, hanno bisogno di essere pulite dalla vegetazione ed è necessario sigillare le crepe. E pure le parti esterne delle torri - «quella piccola asburgica e quella alta di più recente costruzione» - devono essere consolidate.
Durante il primo dominio austriaco, Laveno fu prescelta per divenire una “Imperial Regia Piazzaforte”, postazione riparata e sicura da cui controllare il popolo italiano. Il sistema fortificato era costituito da caserma e Forte Nord sulla punta settentrionale del golfo, Forte Castello sul promontorio e Fortino di Cerro sul braccio meridionale dell’insenatura; il tutto era completato dall’Arsenale, oggi sede comunale di piazza Italia. Il Forte Castello aveva una cinta muraria esterna che racchiudeva un ridotto interno a croce greca libera i cui bracci ruotano intorno a una torre che fa da perno centrale. Partiti gli austriaci, il complesso passò dal demanio a privati - tra i quali il Conte Pullè che nel 1885 fece erigere, all’interno della fortificazione, una torre commemorativa dell’assalto dei Cacciatori delle Alpi guidati da Garibaldi nel 1859 - per poi divenire di proprietà comunale nel 1960.
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