IL FENOMENO
Il muflone va in città
Da tempo popolano il Sasso del ferro. Ieri hanno rotto vetrine di negozi e porte di condomini

Cervi, cinghiali e mufloni. Ormai una presenza abituale (e sgradita) nel lavenese, soprattutto perché ormai gli ungulati si avventurano fino al centro abitato.
Da anni, la loro presenza è una realtà. L’ultima segnalazione di animali selvatici sulle strade a carabinieri, polizia locale e soprattutto a protezione civile lavenese è di ieri, mercoledì 30 gennaio.
La prociv interviene per allontanare gli animali e farli rientrare nel loro ambiente naturale, per esempio sul Sasso del Ferro, dove sono state censite colonie di animali selvatici.
I danni degli ungulati non mancano: ad auto e motociclisti soprattutto. Mai era accaduto, com’è avvenuto ieri, che se la prendessero con le vetrine dei negozi o con i portoni delle case. Che cosa li attira in centro? Di sicuro il sale sparso in abbondanza sulle strade.
Nella prima mattinata di ieri diversi animali sono scesi a valle: sulla sp394 ci sono degli avvistatori posti dalla Comunità montana che lo testimoniano. All’ingresso di Laveno segnalato il transito con segnali luminosi e suoni emessi dagli altoparlanti.
Gli automobilisti li hanno visti invadere la provinciale e poi sparire. Ieri poi un muflone alto poco più di un metro e con tanto di corna ricurve ha lasciato il segno in una vetrina in viale Garibaldi a lato delle Ferrovie Nord.
Verso le 9,30 Matteo Pizzinato, il 26enne titolare de “Il Giardino” era fuori dal negozio quando se lo è visto comparire di fronte.
Forse spaventato dalle persone o dalle auto, è finito contro la vetrina, infrangendola. Poi ha puntato l’ingresso di un condominio, rompendo i vetri della porta. Quindi è sparito nella zona del Gaggetto.
Ultimo avvistamento, il letto del torrente Boesio (come già altre volte era accaduto) e quindi la pista ciclopedonale.
Vigili del fuoco di Laveno e prociv, intanto, presidiavano le stazioni per evitare che l’animale finisse contro qualche treno. Il muflone, dalla zona del Pradaccio, è statto fatto risalire verso il Sasso del Ferro. Come si diceva, nella zona di Laveno mufloni, volpi e cinghiali, tutti animali non autoctoni, immessi alcune decine di anni fa, hanno trovato terreno fertile per riprodursi. Le amministrazioni da tempo cercano di arginarli ma senza troppo successo, nonostante siano un rischio per le persone e causino danni all’agricoltura.
Senza contare le centinaia di incidenti stradali che causano, in particolare i cervi, in tutta la zona montana del Varesotto.
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