CONTRO IL DEGRADO
Cancelli per chiudere la galleria
A San Magno sfogo del prevosto dopo gli ultimi episodi d’inciviltà: «Mettere un freno»

Sono strani i legnanesi: lo scorso anno tanto generosi da bruciare quasi le tappe della gara di solidarietà per il restauro della basilica e ora tanto menefreghisti da non averne rispetto né cura. Certo, fare di tutta l’erba un fascio non è mai corretto ma, osservando le condizioni in cui versano la galleria San Magno e la parte bassa del campanile, questa riflessione sorge spontanea.
Chi vanifica gli sforzi (economici e non), sostenuti lo scorso anno è, in realtà, una netta minoranza: che, tuttavia, va fermata con la stessa determinazione che ha permesso di raccogliere quel mezzo milione di euro necessario per il restauro delle facciate esterne.
Luogo di bivacco
Abbandonare lattine e bottiglie vuote sui gradini del sagrato, utilizzare la galleria a fianco come luogo di bivacco o, peggio ancora, come latrina a cielo aperto sono, infatti, comportamenti che nessuna città può e deve tollerare: tantomeno se ad essere profanate sono proprio la Basilica e le sue pertinenze. Non a caso, annunciando l’avvio dei restauri, monsignor Angelo Cairati aveva sottolineato come l’edificio fosse “patrimonio religioso e culturale non solo della città di Legnano, ma dell’intero territorio in cui è inserita”: «Per questo - aveva detto - ha bisogno del sostegno generale ed io, in qualità di custode pro tempore, devo fare di tutto per conservarla in modo da poterla tramandare integra, nel tempo».
Ora, a fronte di quanto si sta verificando, il prevosto non ha dubbi: il budello accanto alla basilica va chiuso, almeno in certe fasce orarie come quella serale e notturna, quando la maleducazione esplode. «Siamo ancora in una fase interlocutoria. Con l’amministrazione comunale e la polizia locale si stanno facendo le debite valutazioni, ma è chiaro che un freno va posto, prima che la cosa degeneri ulteriormente».
Atti di sfida
«Lo ribadisco, non sono semplici ragazzate: urinare o far urinare i cani accanto a una chiesa, proprio sotto il cartello che reca la scritta zona videosorvegliata è un atto di sfida oltre che di profonda inciviltà. L’altro giorno don Angelo Pargoletti ha fatto notare a un papà che suo figlio stava giocando a pallone contro i muri della basilica appena restaurati. Bene, sapete cosa si è sentito rispondere? «Prenda la sua Bibbia e vada in chiesa a pregare». Capite, dunque, come alla base di tutto ci sia una mancanza di educazione e di rispetto della sacralità». «Con questo - prosegue il prevosto - desidero ribadire che noi sacerdoti non siamo qui per condannare, ma per aiutare a comprendere a fondo tale fenomeno e a superarlo, magari attraverso un’alleanza tra le agenzie educative del territorio».
Un lavoro, questo, che richiederà tempo, volontà, competenze e pazienza. Ma intanto il problema del degrado va risolto velocemente e lo si può fare solo mettendo in atto una strategia repressiva: sanzioni pesanti a chi non dimostra rispetto per la cosa pubblica.
Mettere i cancelli per impedire il passaggio, in certe fasce orarie e avanzare di qualche metro la vetrata del Centro San Magno, in modo da eliminare la rientranza che viene utilizzata come latrina, sono tutte operazioni che si stanno valutando e che, comunque sia, avranno un costo non irrisorio. Peccato, perché è denaro che si potrebbe risparmiare con un briciolo di senso civico in più.
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